Omicidio Sacchi, la fidanzata di Del Grosso ai carabinieri: «Come ho capito che era stato lui»
«Sono qui per raccontarvi la verità sull’omicidio di Luca Sacchi. Nel mio interrogatorio non vi ho detto tutto perché avevo paura ma la mia coscienza mi ha spinto a tornare».
A parlare – come riporta il Corriere.it – è la fidanzata di Valerio Del Grosso, l’uomo che avrebbe ucciso Luca Sacchi a Roma. Il 31 ottobre, a una settimana dall’omicidio, la giovane si è presentata ai carabinieri per raccontare altri dettagli (lo aveva già fatto raccontando agli inquirenti la fuga del suo ragazzo).
Un viaggio alle Maldive
La sera dell’omicidio, Del Grosso contatta la fidanzata e in chat le prospetta un viaggio alle Maldive: in quel momento il presunto killer, in compagnia del suo complice Paolo Pirino, è certo di poter contare sui 70mila euro contenuti nello zaino di Anastasia, la fidanzata della vittima, che poi verrà colpita con una mazza da baseball.
Poi le chiede se ha l’auto e subito dopo se può accompagnarlo in un posto. Lì avrebbe avuto appuntamento con Marcello De Propris, classe 1997, ritenuto dal Gip a capo di «un’avviata attività di spaccio di stupefacenti nei quartieri di Ponte di Nona e Tor Sapienza».
L’incontro con Marcello De Propris
«Alto, corpulento, con barba lunga pettinata a punta, capelli rasati di lato e un po’ lunghi sopra. Ho notato una parola tatuata sulla parte rasata sopra l’orecchio», questo è l’identikit del 22enne, ora accusato di concorso in omicidio.
«Che ha detto tuo padre?», chiede Del Grosso a De Propris. «Che sei un coglione», risponde il capo dei pusher. Stanno parlando dell’arma che Armando De Propris, papà di Marcello, avrebbe prestato a Del Grosso per intimidire Anastasia e il fidanzato Luca Sacchi e che, invece, sarebbe stata usata per commettere l’omicidio.
«Tutti rinfacciavano a Valerio lo sbaglio che aveva fatto»
Il giorno dopo la ragazza lo accompagna ancora una volta da De Propris, a casa della zia. Lei, però resta fuori. Valerio Del Grosso le chiede, una volta terminato l’incontro, di memorizzare sul suo telefono un numero della persona che aveva visto identificandola con la lettera «M».
Poi i due vanno da altri amici a Tor Sapienza ed è lì che la giovane capisce che era successo qualcosa di grave: «Tutti rinfacciavano a Valerio lo sbaglio che aveva fatto giungendo a dirgli, con le lacrime agli occhi, che faceva schifo».
Foto in copertina: Massimo Percossi per Ansa
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