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COP 25, al via il summit sul cambiamento climatico: gli occhi degli ambientalisti di tutto il mondo puntati su Madrid

02 Dicembre 2019 - 06:04 Riccardo Liberatore
I delegati si riuniranno per due settimane per definire meglio come raggiungere gli obiettivi climatici stabiliti nei precedenti summit. Attesa anche Greta Thunberg

Parte oggi, 2 dicembre 2019, la COP 25, la conferenza annuale organizzata dalle Nazioni Unite sul tema del cambiamento climatico. Delegati da circa 200 paesi sono chiamati a definire in maggior dettaglio come intendono rispettare gli obiettivi fissati nello storico summit di Parigi per contenere l’aumento delle temperature terrestri entro i 2 gradi centigradi rispetto ai livelli pre-industriali: un obiettivo che la maggioranza della comunità scientifica ritiene essere tanto importante quanto difficile da realizzare, come dimostra un recente rapporto delle Nazioni Unite stesse.

La conferenza avrebbe dovuto svolgersi in Brasile, ma è stata spostata prima in Cile e poi a Madrid, in Spagna. Sarà comunque il Cile ad organizzare l’evento dopo che le manifestazioni e proteste nel paese hanno costretto il presidente Sebastian Pinera a spostarla in Europa. I delegati – circa 25mila in tutto – si incontreranno per circa due settimane nella capitale spagnola.

L’avvertimento di Guterres

Sono grandi sia l’attesa, sia le preoccupazioni: la conferenza avrà luogo dopo un anno di proteste ambientaliste in tutto il mondo – come nel caso del movimento Fridays For Future ispirato dall’attivista svedese Greta Thunberg – e dopo una serie di allarmi e di avvertimenti riguardo il continuo aumento delle emissioni di gas serra.

Soltanto settimana scorsa il parlamento europeo ha dichiarato l’emergenza climatica, approvando una risoluzione in cui chiede di fissare al 55% l’obiettivo di riduzione delle emissioni climalteranti per il 2030.

Prima del summit anche il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres ha suonato un campanello d’allarme. «Gli sforzi della comunità per ridurre le emissioni di gas serra sono totalmente insufficienti […] Manca ancora una volontà politica. I maggiori produttori di CO2 non fanno la loro parte e senza questo impegno l’obiettivo è irraggiungibile», ha dichiarato.

Tra questi ci sarebbero anche gli Stati Uniti, che sotto la guida del presidente Donald Trump si sono sfilati dagli accordi di Parigi sul clima. Nonostante questo, manderanno comunque una delegazione a Madrid.

Non mancherà neppure Greta Thunberg, attualmente alle prese con l’attraversamento dell’Atlantico a bordo di un catamarano (per non inquinare). Secondo il suo ultimo post su Facebook, dovrebbe arrivare a Doca de Alcantara, Lisbona, martedì prossimo.

https://www.facebook.com/gretathunbergsweden/photos/a.733630957004727/989609611406859/?type=3&theater

Di cosa si discuterà?

Sono attesi dunque nuovi accordi su come realizzare gli obiettivi climatici – si parla di investimenti nelle energie rinnovabili e riduzione delle emissioni di gas serra – fissati dai paesi firmatari a Parigi nel 2016. Le linee guida fissate nel summit del 2018 a Katowice in Polonia vanno confermate, ampliate e, in gran parte, migliorate. Dei 28 paesi Ue per esempio sono soltanto tre – Svizzera, Norvegia e Ucraina – quelli attualmente in linea con gli obiettivi fissati.

Il punto più spinoso però riguarda l’articolo 6 dell’accordo di Parigi (2015), sui mercati dei crediti di carbonio. Si tratta di certificati negoziabili equivalenti a tonnellate di CO2 non emessa o assorbita – piantando alberi per esempio – il cui acquisto può essere un modo conveniente per ridurre indirettamente il proprio impatto ambientale.

Le regole però devono ancora essere decise e gli interrogativi sono parecchi, a partire dalle difficoltà insite nel tentativo di attribuire a un solo paese un determinato credito. Per esempio, se un albero viene piantato in Brasile grazie a un investimento italiano, anche il Brasile ha diritto a tener conto di un eventuale miglioramento del suo tasso di inquinamento? I delegati dovranno parlare anche di questo.

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