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Quanto può valere il partito delle Sardine? I sondaggisti: dove possono arrivare e a chi possono togliere voti

03 Dicembre 2019 - 19:56 Maria Pia Mazza
Se le Sardine decidessero di diventare un vero e proprio partito politico, quali sarebbero i loro orizzonti? Ne abbiamo parlato con il fondatore di YouTrend Lorenzo Pregliasco e con Livio Gigliuto, Vicepresidente dell’Istituto Piepoli

E se dal movimento delle Sardine nascesse un partito politico? È una domanda che si pongono in molti sin dalla prima discesa in piazza a Bologna, lo scorso 14 novembre, in risposta all’inizio della campagna elettorale della Lega per le Elezioni regionali dell’Emilia-Romagna del 26 gennaio 2020. 

Ma nelle ultime ore questa domanda ha continuato a riproporsi in modo più insistente, anche alla luce delle recenti dichiarazioni di Mattia Santori, uno dei 4 fondatori del movimento. 

«In questo momento colmiamo un vuoto di rappresentanza – ha dichiarato Santori – quindi i casi sono due: o fondiamo un partito o presentiamo le nostre istanze a chi politica già la fa. Che siano Pd, M5s o destra moderata. Arriveremo a quattro, cinque o sei punti su cui chiederemo alla politica di lavorare».

Ma se le Sardine decidessero di diventare un vero e proprio partito politico, quali sarebbero i loro orizzonti? Quale effettivo peso elettorale potrebbero avere? E da chi potrebbero “rosicchiare” voti? Ne abbiamo parlato con il fondatore di YouTrend Lorenzo Pregliasco e con Livio Gigliuto, Vicepresidente dell’Istituto Piepoli e Direttore dell’Osservatorio Nazionale sulla Comunicazione Digitale.

Quanto peso potrebbero avere le Sardine se formassero effettivamente un nuovo soggetto politico?

Lorenzo Pregliasco: «È sempre difficile poter valutare il peso potenziale di una nuova formazione politica. Tant’è che spesso, in passato, ci sono state stime e valutazioni su potenziali partiti nuovi che poi non hanno corrisposto all’effettivo valore elettorale».

«Molte persone oggi potrebbero dire di essere disponibili di prendere in considerazione la possibilità di votare un movimento ispirato alle Sardine, ma questo consenso non è detto che si traduca in voto».

Livio Gigliuto: «Partiamo dal fatto che nelle ultime settimane l’attenzione degli italiani nei confronti delle sardine è cresciuta. Adesso più di un italiano su due ritiene che questo movimento, nato locale, non si fermerà all’Emilia ma diventerà un movimento nazionale».

«Si tratta in ogni caso di un movimento che ha già la fiducia di circa un terzo degli italiani. Attenzione però! Avere la fiducia degli elettori non vuol dire necessariamente raccogliere consenso elettorale. Ancora è un “segnale debole”, è troppo giovane e acerbo questo sentimento nel Paese. Vedremo col tempo, in ogni caso, “multi sunt vocati, pauci vero electi”».

Essendo un movimento apertamente di centro-sinistra, da quali partiti potrebbero “rosicchiare” voti?

Lorenzo Pregliasco: «Prevalentemente dal centro-sinistra. Credo che molte delle persone che sono scese in piazza e che si riconoscono in questo movimento siano dell’area di centro-sinistra, quindi Partito Democratico, ex LeU, Verdi. Forse qualcosina anche dal M5s, in particolare dalle componenti più anti-salviniane del MoVimento». 

Livio Gigliuto: «Questo è tutto da vedere. Naturalmente, essendosi dall’inizio autoclassificati come movimento di sinistra tendono a sedurre di più l’elettorato che già raccoglie da quel versante dell’opinione. Ma potrebbero anche assorbire una parte dell’elettorato che aveva lasciato il PD Per avvicinarsi alle posizioni del Movimento 5 Stelle e che adesso cercava una nuova casa».

«In ogni caso, il movimento raccoglie sentimenti positivi da più di un italiano su tre, ma quanti di questi sono disposti a “lasciare” il loro abituale partito per votare una nuova formazione? Lo scopriremo col tempo, e non è detto sia breve».

Tra gli intenti principali delle Sardine vi è quello di far riaccendere l’interesse e l’attenzione verso la politica italiana. Potrebbero abbassare le percentuali di astensionismo?

Lorenzo Pregliasco: «Secondo me l’autentica sfida per le Sardine è riuscire a recuperare dall’astensione. Se riescono “a scongelare” un po’ di quell’elettorato che oggi si è rifugiato nel non voto, oppure non sa chi votare e si sente un po’ distante dalla politica tradizionale diventano un fenomeno interessante».

«Sicuramente le Sardine sono un fenomeno interessante, sicuramente riempire le piazze non è un fenomeno mai semplice, sicuramente potrebbero rimobilitare elettori delusi o che si sono allontanati dal centro-sinistra, specie in Emilia Romagna, che sarà il primo banco di prova». 

«Dall’altra parte, però, rischiano di politicizzare molto la sfida in Emilia-Romagna contro Salvini. E più si politicizza il voto emiliano-romagnolo, più Salvini ne uscirebbe avantaggiato. Quindi nel loro potenziale vi potrebbe essere anche un potenziale controproducente. Ma ora è comunque presto per capire come andrà a finire».

Livio Gigliuto: «Il movimento delle Sardine ha certamente rivitalizzato l’area sinistra del paese, che spesso nelle fasi di espansione del centrodestra tende ad affezionarsi a movimenti civici, come nel caso di Nanni Moretti e dei girotondi». 

«Da questi movimenti, in principio, non ci si aspetta che nasca un partito. A volte è successo, come nel caso di Grillo; in altri casi no, come nel caso di Moretti. In ogni caso, la loro nascita è un segnale di vitalità dell’opinione, che potrebbe anche essere rimotivata al voto dal riempimento di piazze in giro per il Paese».

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