Russia-Cina lanciano il gasdotto “Forza della Siberia”: la nuova alleanza energetica che mette a rischio l’Europa
La Russia guarda a est. Con l’Europa sempre più ai ferri corti con Mosca, Putin ha deciso di rivolgersi ancora una volta al suo potente vicino: la Cina. Con una popolazione di oltre 1,4 miliardi di persone la Repubblica popolare ha fame di gas e di risorse energetiche per poter far avanzare la sua industria e far crescere la sua economia. Ed è così che Xi Jinping e Putin hanno annunciato il lancio del primo gasdotto tra Russia e Cina denominato “Forza della Siberia“. Nell’inaugurare l’avvio delle forniture di gas naturale russo verso la Cina, Vladimir Putin – collegato in teleconferenza con il collega Xi Jinping – ha parlato di evento «storico». I tremila chilometri di ‘Forza della Siberia’ trasporteranno gas dalle riserve di Chayandinskoye e Kovyktinskoye alle zone più fredde della Siberia fino a Blagoveščensk, vicino al confine cinese.
Il progetto
I 3mila chilometri di gasdotto sono stati costruiti dal colosso energetico russo Gazprom a seguito di un accordo siglato a maggio del 2014 quando, dopo un decennio di tormentati negoziati, la multinazionale di Mosca firmò un contratto da 400 miliardi di dollari con la società cinese Cnpc per fornire ogni anno 38 miliardi di metri cubi di gas. Il prezzo del gas fissato rimane comunque un segreto commerciale. Gazprom ha spiegato che la formula dei prezzi è legata al greggio ed è vantaggiosa per entrambe le parti. «Questo passaggio porta il partenariato strategico russo-cinese nel settore energetico a un livello completamente nuovo e ci avvicina all’obiettivo di un interscambio commerciale di 200 miliardi di dollari entro il 2024», ha dichiarato Putin alla cerimonia di inaugurazione.
Il gasdotto da oltre 55 miliardi è il più grande contratto mai realizzato dalla multinazionale russa e mette al riparo la Russia dal deterioramento delle sue relazioni con l’Europa. Fino ad ora la maggior parte del gas russo è stato venduto all’Europa, attraverso la rotta che passa dall’Ucraina. Ma, a partire dalla crisi in Crimea del 2014 e dall’acuirsi delle sanzioni dell’Ue contro Mosca la Russia ha implementato il suo progetto energetico con la Cina. «Alla Cina servono risorse energetiche e la Russia ha queste risorse, è una partnership naturale», ha dichiarato il leader del Cremlino a ottobre. Negli ultimi due anni il consumo del gas cinese è aumentato del 33%, come scrive Bloomberg.
Un’alternativa agli Usa
«La Cina e la Russia uniscono le forze e mandano il messaggio che ci sono alternative all’ordine globale guidato dagli Usa», ha spiegato al Wall Street Journal Erica Downs, ex analista della Cina ora alla Columbia University. La Russia ha inoltre vaste riserve di gas naturale nel suo estremo oriente non ancora sfruttate che sono più vicine al confine cinese. “Forza della Siberia” consolida il mercato cinese come il principale ricevitore delle esportazioni energetiche russe e dà a Mosca l’accesso a un nuovo mercato fuori dall’Europa, potenzialmente enorme: con il gasdotto in piena operatività, la Repubblica popolare potrebbe diventare il secondo maggiore consumatore di gas russo dopo la Germania.
I rischi per l’Europa
I due Paesi sono in già in trattativa per la costruzione di un nuovo gasdotto noto come Forza della Siberia 2, che servirebbe le esigenze energetiche delle aree industriali sulla costa orientale della Cina. Pechino gestisce inoltre anche il gasdotto Asia-centrale Cina, che porta gas dal Turkmenistan attraverso l’Uzbekistan e Kazakistan. L’avvio del nuovo gasdotto sono cattive notizie per l’Italia e l’Europa sempre più stretta tra la morsa di Pechino e quella di Mosca. Con la sempre più stretta partnership tra Pechino e Mosca, Putin potrà rafforzare il suo potere di contrattazione nei confronti dei Paesi europei che, vista la volontà di Mosca di sfruttare i suoi confini a est, potrebbe chiedere all’occidente di pagare di più per garantire le forniture del gas russo. Gazprom sta anche aprendo un nuovo oleodotto sotto il Mar Baltico, noto come Nord Stream 2. Ciò fornirà alla Russia i mezzi per aggirare completamente l’Ucraina in caso di un aumento delle tensioni con l’Europa.
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