Salvini applaudito nella sala stampa dell’Europarlamento ma il regolamento lo vieta. Il leghista sbotta: «Arrestateci»
Applausi e polemiche nella sala stampa dell’Europarlamento di Bruxelles. L’oggetto della discordia? L’interruzione, da parte del rappresentante della stampa internazionale, dell’applauso a Matteo Salvini dei giornalisti presenti in conferenza stampa.
Il leader della Lega, durante la conferenza, contestava l’idea «di un cordone sanitario nei confronti di deputati liberamente eletti», ritenendola una proposta «di una volgarità, di un odio, di un’arroganza, di una supponenza imbarazzante». «Mi vergognerei – ha proseguito il leader del Carroccio – se qualcuno del mio gruppo parlasse di cordone sanitario, dovrebbe essere curato uno che parla in questa maniera».
Al che, alcuni giornalisti presenti in sala hanno iniziato ad applaudire le parole del leader leghista. Ma gli applausi sono stati interrotti dal rappresentante della stampa internazionale che ha ricordato ai colleghi che, secondo il regolamento varato il 22 ottobre 2007 che definisce le regole per un uso appropriato della sala stampa dell’Europarlamento, «Questa non è una riunione politica. È una sala stampa: gli applausi si fanno altrove».
Di fatto, il punto 6 del Regolamento specifica che «Le conferenze stampa non sono incontri politici, quindi i presenti devono assicurarsi di non esprimere (sotto forma di applausi o proteste o con qualsiasi altro mezzo) la loro approvazione o disapprovazione nei confronti dei relatori o dei punti di vista che esprimono».
Malgrado ciò, la cosa non è andata giù a Salvini che ha sbottato in sala stampa: «Arrestateci, arrestateci, ma roba da matti», per poi pubblicare l’estratto della conferenza stampa su Facebook per “denunciare” l’accaduto.
Ma come riportato in precedenza, il regolamento della sala stampa del Parlamento Ue de facto prevede che non si possa né applaudire né contestare il relatore e pertanto, il rappresentante della stampa internazionale ha semplicemente richiesto che venisse osservato il regolamento vigente.
Foto in copertina: Ansa (repertorio)
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