A Porta Romana, sapendo dove cercare, e districandosi tra il traffico e i passanti che brulicano dentro e fuori da strade, marciapiedi, bar e negozi, si può trovare una corte interna, nascosta con la tipica e sorprendente introversione milanese. Un garage di questa finestra urbana sul cielo è stipata di pennelli, vernici, superfici e foglia d’oro – gli strumenti fondamentali del letterista.
Loris Lillo, classe 94, nasce grafico e illustratore, ma si innamora delle lettere e delle insegne al termine dell’università, partecipando a un workshop. Non è la sola manualità della professione ad attrarlo – la forma delle lettere è dovuta innanzitutto agli strumenti con i quali sono state create – ma il messaggio profondo che rappresenta.
Il mondo è definito dalle parole, e non solo quelle pronunciate. Ogni nostro luogo abitato è plasmato – e non sempre in maniera razionale – dalla presenza muta e fortissima dei messaggi scritti. A partire da casa sua, sopra il garage in cui crea, passando per le insegne dei bar e dei negozi, alla segnaletica per lasciare e tornare da Porta Romana, Loris esplora la città guardando sempre verso l’alto, assorbendo tutto, riempiendosi occhi e testa. Questo amalgama d’ispirazioni viene tradotto in stile, colore e tecnica nel suo laboratorio.
Il disegno delle sue lettere parte dell’esigenza di vestire ogni parola in un modo complementare al suo significato – che sia leggero ed elegante, marcato e spavaldo, elaborato ed affascinante. Milano e il laboratorio non comunicano soltanto con l’eco costante dei messaggi scritti in entrambi, ma anche attraverso manifestazioni fisiche – la natura del lavoro di Loris, sintesi tra informazione e rappresentazione, implica anche una collezione unica nel suo genere di neon, vetro, e plastica modulati per essere letti.
Loris è consapevole del peso storico della sua professione, un insieme di tracce costanti nel nostro vertiginoso sviluppo: le nostre mete sembrano sempre più confuse, ma il nostro alfabeto è sempre quello romano, i nostri numeri quelli arabi; questa contaminazione antica continua ad arricchirsi, evolvendo insieme al mondo che ne dipende, in parte tracciata, colorata e decorata ogni giorno da Loris nel suo laboratorio, nascosto nelle strade, i simboli e le parole di Porta Romana, a Milano.
Il lavoro di Loris è stato messo in musica da Indian Wells, producer che ha portato la sua musica in tutto il mondo senza mai veramente abbadonare la sua Calabria. Ha esplorato e ribaltato l’elettronica e i suoi confini geografici e sociali in album come Where the World Ends, prodotto dalla Friends of Friends di Los Angeles, e due album usciti con la berlinese Bad Panda: Night Drops, nel 2012, e Pause nel 2015.
La sua traccia 03, Tiny Creations, è disponibile in free download e per l’ascolto su Bandcamp. L’utilizzo del brano è libero, con la condivisione della fonte: www.open.online.
- Autore: Henry Albert
- Producer: Francesca Simili
- Regia: Gianvito Cofano
- Fotografia: Niccolò Natali