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In Italia 19 studenti italiani su 20 sono analfabeti funzionali? Cosa dice (davvero) il rapporto Ocse-Pisa

06 Dicembre 2019 - 06:43 Juanne Pili
Un documento sui ragazzi che non comprendono i testi, finisce per essere incompreso a sua volta

«Analfabetismo funzionale» è un termine che sta a indicare l’incapacità di comprendere pienamente il senso di quel che si sta leggendo. Si riescono a capire perfettamente le parole, ma non il corretto senso del testo nel suo insieme.

Il test Ocse-Pisa relativo al 2018 è stata un’occasione importante per capire che questo problema non riguarda solo il tipico analfabeta funzionale. 

Si tratta di un rapporto che valuta le capacità dei quindicenni di tutto il mondo di saper comprendere i testi di varie materie, umanistiche o scientifiche, in modo da valutare quanti di loro hanno raggiunto le competenze base per poter partecipare pienamente alla vita sociale.

Un rapporto sull’incomprensione del testo finito per non essere compreso a sua volta

Ma gli “svarioni” sono sempre dietro l’angolo, anche per gli addetti ai lavori, specialmente se si trovano a dover cercare di comprendere un documento in brevissimo tempo, per poterne riportare il contenuto, magari in un articolo.

Così salta fuori dalle pagine di diverse importanti testate che «19 quindicenni su 20» sarebbero privi delle competenze minime di analisi e comprensione di un testo; in altri articoli si legge che sarebbero uno su 20, segno che almeno sono state viste le info-grafiche del rapporto, ma senza capirne il senso.

In realtà i grafici rappresentati su Ocse-Pisa 2018 parlano degli studenti che sono risultati capaci di comprendere testi complessi. In merito a distinzione tra fatti e opinioni ecco cosa viene riportato nelle slide:

«1 su 20 studenti italiani padroneggiano compiti di lettura complessi come, ad esempio, distinguere tra fatti e opinioni quando leggono un argomento non familiare».

L’infografica fraintesa dei risultati dei test Ocse-Pisa 2018.

Per l’Italia le competenze minime di comprensione del testo riguardano il 77% degli studenti:

«In Italia, il 77% degli studenti ha raggiunto almeno il livello 2 di competenza in lettura (media OCSE: 77%). Come minimo, questi studenti riescono a identificare l’idea principale in un testo di lunghezza moderata, trovare informazioni basate su criteri espliciti, anche se a volte complessi, e possono riflettere sullo scopo e sulla forma dei testi se esplicitamente guidati».

Cosa dice davvero Ocse-Pisa 2018

I livelli più elevati riguardano invece il 5%, mentre la media Ocse è del 9%. In matematica sono il 10% (media Ocse 11%); in scienze chi raggiunge i livelli minimi sono il 74% (media Ocse 78%). I «top performer» in materie scientifiche sono invece il 3% (media Ocse 7%).

Certo, per gli studenti italiani non è tutta discesa. Il rapporto Ocse-Pisa esprime preoccupazione. I punteggi medi sono calati rispetto a test precedenti, come quello del 2000 e del 2009. Viene anche suggerita una correlazione tra divario socio-economico e performance degli studenti. 

«Gli studenti socio-economicamente avvantaggiati hanno ottenuto risultati migliori rispetto agli studenti svantaggiati di 75 punti in lettura».

Alcuni commentatori del rapporto si sono scagliati contro la scuola o gli insegnanti, ma sembrerebbe che a incidere siano altri problemi, che cominciano a essere presi sul serio da poco, come il divario di genere e il bullismo:

«I dirigenti scolastici in Italia dichiarano una maggiore carenza di personale e di materiale rispetto alla media OCSE; ma non c’è una differenza significativa nella carenza di personale tra le scuole socioeconomicamente avvantaggiate e quelle svantaggiate.

In tutti i paesi e le economie che hanno partecipato a PISA 2018, le ragazze hanno ottenuto risultati significativamente superiori ai ragazzi in lettura … i ragazzi ottengono risultati migliori delle ragazze in matematica di 16 punti, tale divario è più ampio rispetto a quello riscontrato in media nei paesi OCSE … Tra gli studenti con alto rendimento in matematica o scienze, circa un ragazzo su quattro in Italia prevede di lavorare come ingegnere o professionista nell’ambito delle scienze all’età di 30 anni, contro una ragazza su otto che si aspetta di farlo.

In Italia, il 24% degli studenti ha dichiarato di essere vittima di bullismo almeno qualche volta al mese, contro il 23% in media nei paesi OCSE. Al contempo, l’87% degli studenti in Italia (e l’88% degli studenti in media nei paesi OCSE) è d’accordo o molto d’accordo sul fatto che sia una buona cosa aiutare gli studenti che non possono difendersi».

In conclusione, le cose potrebbero andare meglio – sicuramente sono peggiorate rispetto al passato – ma non appaiono così catastrofiche e irrimediabili come si è letto in certi articoli, dovuti per ironia della sorte proprio a un errore di comprensione del rapporto.

Le slide di Laura Palmerio

Ecco le slide di Laura Palmerio, responsabile Area Indagini internazionali dell’Invalsi che ha pubblicato il rapporto:

Ecco l’audio dell’intervista a Laura Palmerio pubblicata da Valori.it:

Nota su PISA

Non scrivete “il rapporto pisano”. La dicitura PISA sta per “Programme for International Student Assessment“.

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