La Nutella è fatta con nocciole turche? Sì, ma c’è un motivo
«Ho cambiato perché ho scoperto che la Nutella usa nocciole turche». Un’informazione. È bastata solo questa informazione per far decidere a Matteo Salvini che la crema di Ferrero non fosse più un alleato ma un nemico. E questo nonostante sia dal 2013 che Salvini cita la Nutella sui suoi social. Per i nostalgici, qui abbiamo raccolto tutti tweet in cui ne parla.
Certo, la prima riflessione che si può fare è il senso di parlare di nocciole turche in un mercato contaminato dalle esportazioni, non solo in campo alimentare. Salvini ha usato uno smartphone creato con brevetti statunitensi e componenti provenienti da Cina e Sud Corea, ha fumato sigarette fatte con tabacco che (probabilmente) viene coltivato fuori dall’Europa e rilancia sul Facebook caramelle di aziende tedesche.
Al netto di questo, l’affermazione di Salvini ha aperto un dibattito sulla provenienza delle nocciole usate da Ferrero. Davvero vengono tutte dalla Turchia?
Nocciole, un affare da migliaia di tonnellate all’anno
La risposta è sì, ma non solo. Sul sito ufficiale di Nutella c’è una sezione dedicata alla provenienza degli ingredienti in cui si parla proprio delle nocciole, l’ingrediente principale della crema spalmabile. È proprio qui che si parla di Turchia.
Le nocciole che usiamo in Nutella provengono principalmente dall’area del Mediterrraneo, soprattutto dalla regione del Mar Nero in Turchia e dall’Italia, in particolare da Piemonte, Lazio e Campania
In Italia sono 70mila gli ettari di terreno destinati alla coltura della nocciola, e producono 110mila tonnellate all’anno. Parecchie, ma non abbastanza per soddisfare il bisogno degli stabilimenti che ogni anno producono 180mila tonnellate di Nutella. Ferrero infatti è l’azienda che acquista più nocciole al mondo: 225mila tonnellate all’anno, il 25% della produzione del pianeta.
La Turchia in questo settore ha un ruolo fondamentale. Secondo i dati Fao, Istanbul ha il 72,9% delle quote di mercato, l’Italia è al secondo posto con quasi il 20%, seguita da Stati Uniti, Azerbaijan, Georgia e Spagna. In poche parole, non è strano che Nutella abbia bisogno di altre nocciole fuori dall’Italia, e non è strano che le trovi in Turchia.
Nel 2018 Ferrero Hazelnut Company, la divisione della società che si occupa delle nocciole, ha avviato il Progetto Nocciola Italia, un piano che ha l’obiettivo di aumentare la produzione di nocciole nella penisola del 30%.
Al momento infatti gli ettari coltivati con questa pianta sono 70mila, lo scopo è crearne entro il 2025 altri 30mila. Secondi i dati Istat, la regione che ne produce di più è il Lazio, seguita da Campania e Piemonte.
Le inchieste sulla produzione di nocciole in Turchia
Nell’aprile del 2019 il New York Times ha pubblicato un’inchiesta proprio sulla produzione di nocciole in Turchia, dove viene raccontato come i rifugiati siriani vengano impiegati nella fase di raccolta.
E ancora, lo scorso settembre la Bbc si è concentrata sempre sullo stesso tema, svelando la paga giornalieria di chi lavora nei campi di nocciole in Turchia: 15 euro al giorno. Un cifra più bassa del salario minimo che la Turchia prevede per un lavoro da 45 ore alla settimana.
Quando è uscita l’inchiesta, il general manager di Ferrero Hazelnut Company in Turchia Bamsi Akin aveva dichiarato: «Stiamo cercando di fare il massimo sforzo per migliorare le pratiche con lo sviluppo di programmi di educazione e formazione. Ma il sistema è completamente pulito? Penso che nessuno potrebbe dirlo, ora».
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