Un anno di Open in immagini: le nostre fotografie più belle
Da Genova a Siracusa passando per Bologna: un piccolo diario di viaggio di (quasi) un anno di Open
Mamme adolescenti, uomini che leggono poesie dietro le sbarre, ragazzi alla scoperta della loro identità di genere. A pochi giorni dal trecentosessantacinquesimo giorno di vita di Open abbiamo messo insieme alcune delle foto più belle scattate dalla nostra redazione.
Da Genova a Siracusa passando per Bologna: in un piccolo diario di viaggio abbiamo messo insieme alcune delle storie e dei visi più belli che abbiamo incrociato, e una manciata dei luoghi in cui vi abbiamo portato.
- A Cavargna, che alle elezioni europee del 26 maggio 2019 si è aggiudicata il titolo di borgo più leghista d’Italia. L’86,79% dei votanti ha scelto la Lega di Matteo Salvini mentre un solo elettore ha votato Pd. Insieme alle foto, le storie di malinconia montuosa di Franca, Giuliano, Oscar.
- A Bologna, in una ballroom, per capire quanto è cambiato il voguing negli ultimi 50 anni, ma anche quanto è rimasto uguale a se stesso: un posto dove essere liberi, protetti, rumorosi e colorati, in un costante movimento di espressione e gioiosa determinazione di sé.
- Nella Valle del Sacco: un’area enorme, il cuore dell’Italia. Saccheggiata, ferita e intossicata. Anni, decenni di inquinamento industriale, di discariche abusive (e non) e di lentezze burocratiche, sversamenti illegali nel fiume e rifiuti interrati. Fabbriche chiuse, proprietari dileguati o sotto inchiesta, curatori fallimentari hanno avuto un impatto catastrofico sulle vite di chi è rimasto.
- A San Vittore, casa di reclusione nel pieno centro di Milano, durante il reading di poesie in occasione dell’inaugurazione della biblioteca nel carcere. Venti detenuti hanno letto poesie, perché anche la letteratura può «dare un senso a ‘sta vita balorda».
- A Siracusa, dove le probabilità di avere una madre adolescente sono le più alte d’Italia: 5 volte superiori rispetto a Milano. La storia di Marilena, madre diciottenne del piccolo Andrea, che vive con il compagno e il nonno e si mantiene vendendo frutta e verdura con un piccolo banchetto di fronte a casa.
- A Palermo, tra gli studenti migranti che rischiavano di essere costretti a lasciare l’Italia per gli effetti del Decreto Sicurezza. «Il messaggio che ci manda Salvini è che tutto quello che stiamo facendo non vale nulla, che andare a scuola non conta nulla», dice Mustafa, uno di loro.
- A Porta Venezia, quella stazione della metro di Milano dove Junior Valdivia insegna ai suoi ragazzi a ballare El Caporal, una danza folkloristica nata in Bolivia alla fine degli anni Sessanta ed esportata in tutto il mondo dalla diaspora sudamericana.
- A Genova, dove a un anno dalla strage del Ponte Morandi, la città ha ricordato 365 giorni di rabbia e di dolore, ma anche di solidarietà e di voglia di ricominciare. Nonostante il rumore dei cantieri, la parola più usata dagli abitanti dei quartieri coinvolti nell’altro nella tragedia rimane «silenzio».
- In giro per l’Italia a incontrare i giovani che non si identificano nei generi maschile e femminile. Storie che stanno contribuendo a far conoscere l’esistenza di una maniera diversa di vivere l’identità di genere in un Paese in cui si sa ancora poco di come i rapporti stiano cambiando alla luce della non binarietà.
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