Bologna, festa studentesca cancellata dopo la denuncia di Pillon. Studenti: «Niente blasfemia. La religione non va strumentalizzata»
Ha preso una piega inaspettata la festa per “L’immacolata Con(trac)cezione”, organizzata da diverse associazioni studentesche – MALA educación, Link Bologna, Rethink e Uni LGBTQ – all’Università di Bologna.
L’evento, una serata («al ritmo di electro-pop irriverente») concepita per sensibilizzare sul tema degli anti-concezionali, doveva svolgersi il 6 dicembre nelle aule universitarie, ma dopo le proteste di una lista studentesca vicina a Comunione e Liberazione – e la denuncia mediatica del senatore leghista Simone Pillon – è stato cancellato.
Al suo posto il 7 dicembre gli studenti hanno organizzato una sorta di flash mob quando, muniti di sagome rosa a forma di preservativi, hanno «inondato d’irriverenza e favolosità» alcuni angoli dell’Università, dopo aver fatto altrettanto con la bacheca Facebook del Senatore Pillon su cui sono piovuti commenti “anti-concezionali”. E si pianifica un nuovo evento la prossima settimana, dopo la festa dell’Immacolata.
Censurati dall’università? Ci sarebbe una spiegazione logistica
Commentando l’evento sulla sua pagina Facebook, Pillon aveva tacciato gli studenti di blasfemia. «Guardate che schifezza. Ecco cosa sono capaci di produrre i collettivi di estrema sinistra a Bologna. Scopro su Facebook che hanno organizzato un party blasfemo contro la Vergine denominato “Immacolata Contraccezione”. Offensivo per tutti i cattolici del nostro paese e non solo. Il tutto per attaccare me, Salvini e Fontana».
Lo stesso Salvini aveva commentato con un laconico «Che vergogna», condividendo un articolo che riportava la denuncia da parte del portavoce provinciale Lega e il coordinatore federale Lega Giovani. Ma sarebbero stati gli studenti di Student Office Bologna, un’associazione cattolica, ad aver denunciato la festa alla pro-rettrice, Elena Trombini, spiega a Open Roberta Santoriello di MALA educación e Link Bologna.
È bastato il loro “no” (e quello della Lega) per fare intervenire l’università? «La pro-rettrice non ci ha parlato di questo. La motivazione non è legata alle accuse di blasfemia, ma ad una questione logistica e organizzativa: la festa sarebbe dovuta essere all’interno dei locali della consultoria, ma è stata annullata per una questione legata agli orari: dalle 20 in poi sarebbero stati chiusi i cancelli», spiega Santoriello. Da qui la decisione di spostarla al giorno successivo.
«Niente blasfemia, denunciamo la strumentalizzazione della religione»
Un confronto con l’associazione cattolica e la decisione della pro-rettrice non hanno però portato gli organizzatori a fare un passo indietro. «La strategia di comunicazione (ovvero il nome della festa) è stata scelta perché era a ridosso dell’8 dicembre. Attraverso questa immagine altamente provocatoria volevamo porre l’attenzione sul tema della contraccezione».
«Anche se la festa è comunque un momento ludico e di socialità – continua Santoriello – l’enfasi era anche sulla lotta all’Aids, dato che ad oggi circa l’80% dei casi di infezione del virus di HIV è dovuto a rapporti non protetti».
«Al di là di questo, ci ha sconvolto il fatto che tutta l’attenzione mediatica si sia riversata non tanto su quale fosse la rivendicazione politica della festa, ma sulla blasfemia, quando l’iconografia religiosa viene strumentalizzata non da noi, ma da Salvini e da Pillon…».
Foto di copertina: Facebook
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