Elio Lannutti, la toppa a un anno dal post antisemita: «È stato un errore. Ma mi hanno dipinto come un nazista»
Il senatore M5s Elio Lannutti, indagato per odio razziale dopo aver pubblicato sul proprio account twitter dei post antisemiti, è il candidato prescelto dai pentastellati per la presidenza della Commissione Banche. Lannutti, a inizio gennaio 2019, pubblicò un tweet condividendo un articolo dal titolo Le tredici famiglie che comandano il mondo, citando il piano di controllo globale dei Savi di Sion (falso documento antisemita dei primi del Novecento, ndr) e scrisse, a proposito della famiglia Rothschild, che si tratta della «dinastia che ancora oggi controlla il Sistema Bancario Internazionale».
Ma a distanza di quasi un anno, il senatore Lannutti – che già si era scusato dopo le polemiche innescate da quel tweet – ora che si trova in lizza proprio per presiedere la Commissione banche ribadisce le proprie scuse per aver pubblicato quel post antisemita, dicendosi altresì indignato per «esser stato dipinto come un nazista e un razzista».
Lannutti, in un’intervista a la Repubblica, si definisce «un uomo scomodo», giacché ha sempre denunciato «i potenti economici». E il senatore grillino prende posizione anche sul tema che ha infervorato la politica italiana e diviso la maggioranza: il meccanismo europeo di stabilità. Secondo Lannutti il Mes è «un’istituzione che non ha nulla di democratico», perché «pieno di guarentigie». «Tutti questi trattati – prosegue Lannutti – sono fatti nel solco della dottrina totalitaria del neoliberismo, questo è il vizio d’origine».
Leggi anche:
- Mes, è ufficiale: slitta a inizio 2020 il sì al Fondo salva stati. Gualtieri: «Trovato un accordo di principio»
- Mes, secondo fonti Ue si andrebbe verso un rinvio del confronto all’Eurogruppo di gennaio
- “Italexit”: su Twitter il motto dei sovranisti che criticano il Mes
- Stop dopo 10 anni alle visite ad Auschwitz, il sindaco leghista nel Viterbese taglia i fondi
- Banca popolare di Bari commissariata da Bankitalia per perdite, sciolti gli organi sociali