Il Diavolo vota Emilia: il Milan passa anche a Bologna (2-3) e tallona il Napoli
Non ci saranno ancora le colonne di Hans Zimmer sotto al ‘nuovo’ Milan di Stefano Pioli, ma nemmeno il De profundis degli ultimi mesi. La vittoria di Bologna, la seconda consecutiva dopo quella di Parma, porta in dote altri tre punti e – in prospettiva ancora meglio – la conclamazione dei segnali di crescita di una squadra ritrovata. Nella tattica, nella fiducia.
Aspettando Ibrahimovic, conteso proprio dal Bologna, Piatek si riprende la scena e va al di là del gol su rigore che al 15′ porta avanti il Milan. Il Pistolero, al quarto centro stagionale, quel ‘tiro libero’ se lo procura; spesso scende a proteggere il pallone in mezzo al campo per aprire spazi a Suso e Calhanoglu. Entrerà, Piatek, anche nelle altre due marcature del Milan, che in realtà saranno altre tre visto che dopo il raddoppio di Theo Hernandez (anche lui al quarto gol, solita percussione devastante, grande assist di Suso) è lo stesso terzino a segnare pure nella sua porta a fine primo tempo: quello spruzzo di tensione che il Milan mai può farsi mancare.
Caro, vecchio Jack
Qui, però, subentra l’altro fattore di crescita. Il Milan di qualche settimana fa sarebbe sprofondato alla prima difficoltà. E, invece, a Bologna rientra in campo e in meno di un minuto rimette il pallone alle spalle di Skorupski. Lo fa con lo shoot di Jack Bonaventura, solito equilibratore del centrocampo con licenza di sparare. Per lui un altro gol pesante, e di enorme binomio potenza-qualità, dopo quello rifilato al Napoli.
La gara viaggia senza particolari sussulti fino all’83 quando Theo Hernandez, sempre lui nel bene e nel male, tampona Orsolini e Sansone infila Donnarumma per il 2-3. Il Bologna ci prova fino alla fine, facendo molta densità e poco arrosto. Questo Milan, al di là degli episodi, è quadrato. Arriva il settimo punto in tre partite. E ora il Napoli, settimo è a una sola lunghezza.
Foto di copertina Ansa