Il padre uccise l’ex moglie e si suicidò. Ora l’Inps chiede risarcimento alle figlie, Mattarella si interessa del caso
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha chiamato la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo per parlare della richiesta di risarcimento avanzata dall’Inps nei confronti di due ragazzine, divenute orfane per l’assassinio della madre a opera del padre poi suicidatosi, e colpite più di ogni altro dalle conseguenze del delitto.
La vicenda risale al 28 luglio 2013, a Marina di Massa (MC). Un uomo uccise l’ex moglie, ferì gravemente l’uomo che credeva essere il suo nuovo compagno e poi si suicidò.
Il gesto rese orfane due bambine le quali ora, in quanto eredi, sono state chiamate dall’Inps a pagare 124.000 euro, spesa sostenuta dall’Istituto come indennità di malattia e per l’assegno di invalidità erogato all’uomo sopravvissuto.
La denuncia del legale di famiglia
Ora, a distanza di sei anni, l’Inps chiede alle figlie (di 14 e 12 anni) della coppia morta un maxi risarcimento di 124 mila euro, per pagare l’indennità di malattia e l’assegno di invalidità al 54enne ferito. Un’intimazione di pagamento da effettuare entro dieci giorni.
L’avvocato di famiglia, Francesca Galloni, come spiega La Nazione di Massa, parla di «richiesta legittima» ma «difficile da comprendere sul piano umano». Se le due minorenni non pagheranno, il rischio è che possano perdere la casa dei genitori.
«In prima istanza spero che l’Inps, valutando la situazione receda dalla richiesta, ripeto legale, che ha avanzato – ha aggiunto – in seconda ipotesi che si possa arrivare a transare una cifra ben diversa, che si basi sulla situazione di questa famiglia».
Lo sfogo dello zio
Infine a sfogarsi su Facebook è Alessio Biagi, zio delle due ragazze, che rivolgendosi anche al Capo dello Stato Sergio Mattarella parla di una «vicenda legale umanamente orribile»: le due minorenni dovrebbero «pagare colpe non loro» in quanto eredi, risarcendo «i costi sostenuti per una vittima sopravvissuta a un progetto criminale che alcune ore dopo ha strappato loro la madre».
«Questa è la nostra battaglia. Spesso, ricordando l’orrore delle vittime di femminicidio, chiedendo maggiore impegno affinché le istituzioni tutelino e prevengano gli atti d’una violenza oramai incontrollata, dimentichiamo ciò che queste tragedie lasciano indietro: figli, in molti casi minorenni, affidati alle cure dei nonni, degli zii, che hanno il difficile compito di crescere, educare, arginare con tutto l’amore possibile un vuoto e un dolore comunque impossibile da colmare» ha concluso.
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