La Grecia ha inviato navi da guerra a Creta dopo il trattato tra Turchia e Libia. Il conflitto è vicino?
Le questione irrisolte tra la Grecia e la Turchia sono diverse, ma gli ultimi accordi siglati tra Fayez al-Sarraj e Recep Tayyip Erdoğan sul controllo del Mediterraneo sembrano aver spinto definitivamente i due Paesi sull’orlo del conflitto.
Stando a quanto riportato da al Jazeera, il governo di Kyriakos Mītsotakīs avrebbe deciso di inviare una delegazione di navi da guerra a Creta, dopo che Libia e Turchia hanno istituito una ZEE marittima (Zona economica esclusiva) senza tener conto né della presenza dell’isola greca nell’area, né del fatto che la Grecia stessa interpreta quell’area – stando alle leggi internazionali – come una propria zona economica esclusiva.
Greece and Turkey closer to armed conflict, say experts https://t.co/FDBS2LVPOe
— Al Jazeera English (@AJEnglish) December 5, 2019
Per quanto riguarda i rapporti con la Libia, la Grecia aveva già espulso l’ambasciatore libico da Atene lo scorso 6 dicembre, dopo che gli esponenti del governo di al-Sarraj avevano dichiarato di non voler fare passi indietro sugli accordi.
Due giorni prima, durante gli incontri del vertice Nato a Londra, Mītsotakīs aveva incontrato Erdoğan «per discutere di tutte le questioni che hanno aumentato le tensioni tra i due Paesi».
President @RTErdogan, who is in London for the NATO Leaders Meeting, met with Prime Minister of Greece, Kyriakos Mitsotakis. pic.twitter.com/5KQulZ7eDr
— Republic of Turkey Directorate of Communications (@Communications) December 4, 2019
Nell’incontro del 4 dicembre, Mitsotakis avrebbe detto al Presidente turco che gli accordi con la Libia sono «illegali» e che «complicano le relazioni tra le parti in una regione già sensibile». A essere coinvolti, infatti, sono anche Israele e l’Egitto: il governo di al-Sisi, che ha tutto l’interesse nel non rimanere escluso dal dominio della regione, aveva già definito l’accordo «illegittimo e incostituzionale».
Dopo più di una decade di tensioni, Atene e Ankara sono ora ai ferri corti a seguito dell’ingresso a gamba tesa della Turchia nell’ara, che ha operato trivellazioni di olio e gas nel Mediterraneo orientale, a largo della contesa isola di Cipro – e in risposta delle quali l’Unione europea ha preparato sanzioni contro Erdoğan.
Il conflitto armato è vicino?
Che gli accordi tra Turchia e Libia (soprattutto la parte sull’esclusività commerciale) avrebbero complicato gli equilibri nell’area era chiaro fin dalle prime ore della firma. Il 28 novembre, data della stipulazione dei memorandum a Istanbul, si era subito espresso il ministro dell’Interno greco, Nikos Dendias, che aveva affermato come, qualsiasi fossero i dettagli dell’accordo tra i due Paesi, questo «ignorava qualcosa di ovvio, e cioè che tra questi due Paesi c’è Creta».
Secondo gli esperti, i due Paesi ora sarebbero sempre più vicini a uno scontro. Se fosse confermata dalla legge internazionale la ragione della Grecia in merito ai suoi diritti esclusivi nella zona, non è da escludere che possano scendere in campo forze militari.
Leggi anche:
- La Grecia ha eletto per la prima volta una donna alla presidenza della Repubblica
- Il Sultano alla nuova conquista del Mediterraneo: Erdogan a sorpresa a Tunisi per tutelare Tripoli
- Terremoto a largo di Creta di magnitudo 6.0: scossa avvertita anche nel Sud Italia
- Turchia, «uno stupratore sul tuo cammino»: le deputate dell’opposizione portano il flash mob in Parlamento – Il video
- Estradato dalla Libia l’imprenditore Lolli: chi è “il pirata” che aiutava i terroristi libici con il suo yacht
- Caos Libia, l’avvertimento dell’Onu: «Senza pace arriverà un’ondata di migranti»
- Haftar muove verso Tripoli: «È la battaglia decisiva». La crisi libica spiegata in 4 minuti
- Di Maio vola in Libia. La mediazione italiana nel conflitto fra Sarraj e Haftar: «La soluzione non può essere militare»
- Chi è Katerina Sakellaropoulou, la prima donna presidente della Repubblica in Grecia