La transumanza è patrimonio culturale dell’Unesco
La transumanza, la tradizionale pratica di migrazione stagionale del bestiame verso condizioni climatiche migliori, con voto unanime, è stata inserita nella Lista Rappresentativa del Patrimonio culturale immateriale dell’Unesco.
Con questo riconoscimento, l’Italia conquista il primato di iscrizioni nel settore rurale e agroalimentare, staccando Belgio e Turchia. Da Nord a Sud, come sottolineato nel dossier di candidatura presentato unitamente alla Grecia e all’Austria «i pastori transumanti hanno una conoscenza approfondita dell’ambiente, dell’equilibrio ecologico tra uomo e natura e dei cambiamenti climatici: si tratta infatti di uno dei metodi di allevamento più sostenibili ed efficienti».
Bellanova: «Fiera di questo riconoscimento»
La Ministra delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Teresa Bellanova ha esultato per il riconoscimento dell’Unesco con un tweet: «Il ruolo di primo piano dell’Italia nel patrimonio rurale, agroalimentare e artigianale nel mondo ci riempie di orgoglio».
Coldiretti: «Riconoscimento importante»
«Un riconoscimento importante – commenta Coldiretti in una nota – che conferma il valore sociale, economico, storico e ambientale della pastorizia che coinvolge in Italia ancora 60mila allevamenti nonostante il fatto che nell’ultimo decennio il ‘gregge Italia’ sia passato da 7,2 milioni di pecore a 6,2 milioni perdendo un milione di animali».
Il riconoscimento tutela così «un’attività ad elevato valore ecologico e social che si concentra nelle zone svantaggiate e garantisce la salvaguardia di ben 38 razze a vantaggio della biodiversità del territorio».
Foto copertina: Ansa
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