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Mes, Conte alle Camere: «L’Italia non ha nulla da temere, debito pienamente sostenibile»

11 Dicembre 2019 - 10:00 Alessandro Parodi
La Conferenza sul Futuro dell'Europa proposta da Francia e Germania, secondo il premier, «a differenza di quanto enfaticamente apparso su qualche quotidiano» è una proposta di carattere procedurale, con un definito cronoprogramma»

Il presidente del Giuseppe Conte ha illustrato alla Camera la risoluzione del Mes che punta a portare al prossimo Consiglio europeo.

«Il Governo italiano intende promuovere, in seno al Consiglio Europeo, una maggiore coesione fra i leader europei. Non è questo il tempo per dividersi o per lasciarsi dividere», ha premesso il premier.

La Conferenza sul Futuro dell’Europa

«La prospettiva del miglior futuro dell’Europa è prevista, d’altronde – ha aggiunto Conte – nella discussione e in una parte delle Conclusioni del Consiglio Europeo, in relazione al percorso per una Conferenza sul Futuro dell’Europa che Germania e Francia auspicano possa essere sviluppato dagli Stati Membri e dalle Istituzioni europee dal 2020 fino alla Presidenza francese dell’UE (I semestre del 2022)».

«In merito a questa iniziativa, il contributo franco-tedesco – ha detto ancora il premier – a differenza di quanto enfaticamente apparso su qualche quotidiano, si è limitato a una proposta di carattere procedurale, con un definito cronoprogramma. Riguardo a tale esercizio, non solo intendo esprimere sostegno all’obiettivo di trasmettere segnali concreti di riavvicinamento delle Istituzioni europee ai cittadini, ma preannuncio che non faremo mancare nostre proposte e confido anche dell’aiuto delle Camere».

La scatola negoziale

«La “scatola negoziale” sul Quadro Finanziario Pluriennale – ha aggiunto Conte – è stata presentata dalla Presidenza finlandese solo lo scorso 2 dicembre. Essa contiene alcune ipotesi di allocazione dei fondi, peraltro non esaustive, che il Governo italiano reputa insoddisfacenti. Si tratta di una proposta al ribasso, poiché comporta riduzioni di spesa rilevanti, ma soprattutto risulta complessivamente sbilanciata».

In merito al Quadro Finanzario Pluriennale il premier ha aggiunto che «il Governo intende continuare a rivendicare un approccio più equilibrato, chiedendo una profonda revisione della proposta finlandese che converga verso l’architettura proposta dalla Commissione europea sin dal 2018. Tale rivendicazione verrà da noi declinata lungo tutto l’arco del negoziato».

Le politiche

Soffermandosi sul bilancio europeo Conte ha chiarito che, «con riferimento alle singole politiche, il Governo intende opporsi ai tagli sproporzionati, che colpirebbero settori strategici quali lo Spazio, il Digitale, la Difesa, la Sicurezza: si tratta di una sottrazione di risorse alle nuove priorità dell’Unione Europea che devono invece necessariamente rimanere ambiziose».

La politica di coesione

«Nella politica di Coesione – ha continuato il presidente del Consiglio – è inaccettabile l’ulteriore contrazione subita dall’indice di prosperità relativa, che nel nostro Paese si tradurrebbe in una penalizzazione delle regioni più in difficoltà. Sulla Politica Agricola Comune, la nostra preoccupazione principale resta la convergenza esterna dei pagamenti diretti, sulla quale continueremo a chiedere garanzie di una sua definitiva – e possibilmente immediata – abolizione».

Nessuna modifica sostanziale al trattato già esistente

«La revisione del trattato sul Mes – ha chiarito Conte ricordando quanto già dichiarato alle Camere lo scorso 2 dicembre – non apporta modifiche sostanziali al trattato già esistente e – in particolare – non introduce, ed è nostra ferma intenzione che questo non accada, alcun automatismo nella ristrutturazione del debito di uno Stato, ma lascia alla Commissione europea il fondamentale ruolo di valutarne la sostenibilità e di assicurare la coerenza complessiva delle analisi macroeconomiche effettuate sui Paesi membri».

L’Italia non ha nulla da temere, debito pienamente sostenibile

Nel passaggio forse più politico e meno tecnico, Conte ha detto chiaramente: «L’Italia non ha nulla da temere anche perché il suo debito è pienamente sostenibile, come dimostrano le valutazioni delle principali istituzioni internazionali, inclusa la Commissione, e come confermano i mercati».

«Vero è che – ha continuato il premier – un dibattito portato avanti in modo molto confuso rischia di indurre il sospetto, nei mercati e nelle istituzioni internazionali, che siamo noi stessi a dubitare dell’impegno assunto di mantenere il debito su un sentiero di piena sostenibilità: questo sì che sarebbe un modo per danneggiare il risparmio degli italiani».

Chi vuole l’Italia fuori dall’euro lo dica

«Bisogna stare attenti a insinuare dubbi e paure nei cittadini italiani – ha attaccato poi COnte – tanto più che quantomeno alcune delle posizioni che si sono delineate nel corso del dibattito pubblico hanno disvelato il malcelato auspicio di portare il nostro Paese fuori dall’euro-zona o, addirittura, dall’Unione europea. Se questo è l’obiettivo allora converrebbe chiarirlo in modo esplicito, affinché il dibattito pubblico sia trasparente e i cittadini italiani possano essere informati di tutte le implicazioni che tali posizioni portano con sé».

La logica “di pacchetto” e gli « interventi di carattere restrittivo sulla detenzione di titoli sovrani»

«Il Governo continuerà a operare secondo una logica “di pacchetto”, assicurando l’equilibrio complessivo». Il premier Giuseppe Conte inoltre dove giudica «negativi interventi di carattere restrittivo sulla detenzione di titoli sovrani da parte di banche e istituti finanziari e, comunque, la ponderazione dei rischi dei titoli di Stato attraverso la revisione del loro trattamento prudenziale, come pure le disposizioni che prevedano una contribuzione degli istituti finanziari all’Edis in base al rischio di portafoglio dei titoli di Stato».

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