Napoli, il sacrificio di Ancelotti e le colpe condivise: dal mercato «Da 10» a «Lui può restare 10 anni»
La scelta è stata forte, almeno quanto la picchiata del Napoli che in un anno si è mangiato 17 punti in classifica. 17, come il 17 ottobre, il giorno in cui Aurelio De Laurentiis sosteneva che ‘Ancelotti può rimanere anche 10 anni e Insigne deve crescere’. 17 punti in meno. Dalle stelle alle stalle, con la via di fuga dorata della Champions che tiene in vita i fili di una stagione travagliata.Ma di chi è la colpa della separazione forzata tra Ancelotti e il Napoli? Sicuro dei risultati in campionato, che sono però la ovvia conseguenza della causa principale: nella frattura tra Ancelotti e parte della squadra, Adl ha scelto di sacrificare l’allenatore. Anche se poi era stato lo stesso Ancelotti, una settimana fa, a ordinare lo stesso ritiro che i calciatori avevano disertato a novembre, scatenando silenzio stampa, carte bollate e rottura secca tra De Laurentiis e la squadra.
Il mercato di Giuntoli non è proprio da 10
Ancelotti ha le sue colpe. In primis quella di aver definito ‘da 10’ il mercato estivo di un Napoli che, lo raccontano i fatti, è meno competitivo della scorsa stagione. E di certo meno equilibrato. Manolas è un ottimo marcatore, ma Albiol ha lasciato un vuoto di costruzione che è un abisso. A centrocampo, poi, con Allan in picchiata, il Napoli non ha una valida alternativa e spesso adatta nel ruolo di play Zielinski e Fabian Ruiz che nella vita, e per il campo, fanno (bene) tutt’altro. E poi, l’attacco. Milik è tornato, ma ancora non si capisce perché il Napoli, che sul gong ha ripiegato su Llorente, sia passato dalla volontà di prendere Pepé (investimento da 60 milioni di euro) all’acquisto di Lozano. Giocatore totalmente differente e, nei fatti, lontano dalle prodezze idolatrate in Messico.
E James Rodríguez? Ancelotti lo voleva per sparigliare le carte tra le linee. Non è arrivato. E non è arrivato alcun calciatore che gli somigliasse per caratteristiche. Il mercato di Giuntoli, con i tifosi che si augurano di riprendere la retta via in campionato e avere un sorteggio soft lunedì in Champions, non sta restituendo soddisfazioni. E, ad onor del vero, anche se non con queste proporzioni, non per tutti è una sorpresa. Da quel 17 ottobre è cambiato il mondo. La classifica, invece, è solo peggiorata.
Foto di copertina Ansa
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