L’evoluzione di Tinder: meno “love match” più discussioni sul clima. Ecco com’è cambiato il social amato (anche) dalla Generazione Z
Verrebbe da dire, prendendo in prestito l’espressione coniata da Trump: “Make Tinder great again”. Buttatevi alle spalle la vecchia idea di Tinder: la piattaforma non è più solo un non-luogo, fine a se stesso, per andare alla ricerca – a volte affannata – del partner.
Dalla sua nascita ad oggi, le cose sono cambiate. Tinder sta diventando uno dei “luoghi” di ritrovo preferiti della Generazione Z e, talvolta, anche dei Millennial, per fare di tutto tranne che cercare l’anima gemella. A dirlo è il report diffuso da Tinder e quello della piattaforma di marketing Leanplum.
Cambiamento climatico vs wanderlust
Quindi addio allo swipe e all’esultanza da “evvai, un match!”. La Gen Z si dà appuntamento su Tinder e parla di cambiamento climatico – e come potrebbe essere altrimenti, vista l’influenza esercitata da Greta Thunberg che, nel frattempo, è stata eletta “persona dell’anno” dal settimanale Usa Time.
Google, in una nota, spiega che i più giovani «non solo sognano di creare un mondo nuovo, ma sono convinti di potercela fare. Il 60% dei centennial – la Generazione Z – e solo il 39 dei millennial vuole cambiare il mondo e renderlo un posto migliore».
I millenial, poi, sono ossessionati dai viaggi. «Seguono l’approccio del “si vive una volta sola” e quindi cercano di trarre il massimo dalle loro vite – si legge sempre nella nota Google. Vogliono godersi il viaggio e sono pronti a correre dei rischi per fare delle esperienze significative».
“Ti va una pizza?” e gender fluid
Cambiano i tempi e cambiano gli approcci. La frase di rito «Ti va un caffè?» è stata scalzata dal «Pizza e birra?», quasi a voler ricercare un nuovo tipo di socialità, che non si basi solo sul concetto online/offline, ma che spinga gli utenti a conoscersi dal vivo, passando qualche ora insieme.
Ma non solo: Tinder è la app preferita dalla Gen Z per esprimere fluidità di genere, per far valere le proprie differenze e sostenersi a vicenda. Nel mese del Pride, giugno, si è registrato un aumento esponenziale dei match e sono aumentate del 15% le emoticon dell’arcobaleno nelle informazioni personali relative ai profili degli utenti.
Più Tinder in provincia
Sul podio delle città che ricorrono maggiormente all’app troviamo Milano medaglia d’oro, Torino che conquista il secondo posto e le città di Acilia, Ostia Antica e Castel Fusano che agguantano il bronzo. A seguire: Padova, Bologna, Roma. La toscana Prato e poi Monza, Modena e Trieste.
Il “facepalming” come stile di vita
Tutti ne abbiamo fatto uso almeno una volta, ma non tutti sappiamo che quella faccina tra le emoji che si porta la mano in fronte, come a voler esprimere rassegnazione o disappunto, ha un nome ed è Facepalm.
Nel 2019 c’è stato un sensibile incremento – del 41% – legato all’utilizzo di questa emoticon nelle bio dei profili. C’è un senso condiviso di “facepalming” di fronte a ciò che accade nel mondo,” è scritto nel report di Tinder.
Nonostante le insidie della vita che portano a sentirsi spesso in preda al facepalm, il lato sentimentale prende sempre il sopravvento: nel 2019 l’emoji con “gli occhi a cuoricino” è stata la più utilizzata a livello mondiale.
La musica è cambiata
«So you’re a tough guy/ Like it really rough guy/ Just can’t get enough guy/ Chest always so puffed guy/ I’m that bad type/ Make your mama sad type
Make your girlfriend mad tight/ Might seduce your dad type/ I’m the bad guy, duh».
È il ritornello di uno dei brani che ha risuonato prepotentemente per tutto il 2019: l’irresistibile Bad Guy. Billie Eilish – la sua interprete – si piazza tra i favoriti in fatto di musica su Tinder.
Oltre a lei, Pink Floyd, Post Malone e il rapper Travis Scott, ma anche Gemitaiz. Sono questi gli artisti che animano le conversazioni in cui ci si scambiano opinioni, gusti, consigli e curiosità sull’industria musicale.
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