Salvataggio Pop Bari, Marattin: «Come si dice in barese: “Ca nisciun è fess”? Ed eravamo noi a salvare gli amici banchieri…»
Non ci sta Luigi Marattin, e con lui il resto di Italia Viva, a passare “per fesso” o peggio, cioè per chi volta le spalle ai risparmiatori della Popolare di Bari, dopo le tensioni dell’ultimo Consiglio dei ministri al quale i renziani non hanno voluto partecipare e contribuire all’approvazione di un decreto di salvataggio della banca con soldi pubblici. All’accusa di Dario Franceschini di irresponsabilità per l’assenza dei renziani al Cdm convocato d’urgenza ieri sera, 13 dicembre, mentre la banca veniva commissariata da Bankitalia, Marattin ha risposto un lungo post di sei domande e risposte «per fare chiarezza, prima che fioriscano le balle». E il titolo della nota è emblematico: «Come si dice in barese “Ca nisciun è fess”?», cioè “qui nessuno è disposto a farsi prendere in giro”, anche se a Bari la trascrizione è leggermente diversa. Marattin ne fa una questione prima di “metodo”, perché sarebbe stato messo davanti al fatto compiuto con il decreto pronto solo da firmare. E una questione di “merito”, contestando alla misura di salvataggio da un miliardo l’assenza di un intervento strategico. Ma al di là dei tecnicismi, c’è lo scontro politico ad animare Marattin, che rispolvera le accuse ferocissime dei grillini quando in passato, nel 2015 e nel 2017, i governi di centrosinistra sono stati costretti a salvare altre banche in crisi con soldi pubblici, incassando le accuse di salvare «amici banchieri», vedi i casi di Montepaschi di Siena e Banca Etruria. «È ora di smetterla di trattare i politici come fessi – rintuzza Marattin – Vale quando a farlo è la politica stessa, o quando a farlo è qualcun altro. Invece giova, a chi non lo sa o se l’è dimenticato, mandare un messaggio molto chiaro: ca nisciun è fess».
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