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Sardine a Roma: «Piazza piena, siamo i partigiani del 2020»

14 Dicembre 2019 - 17:44 Angela Gennaro
Guerra di numeri tra la questura e le sardine: per la polizia erano in 35.000, per i manifestanti tre volte tanti

È guerra di numeri tra le sardine e la questura per stabilire quanti siano i manifestanti in piazza San Giovanni a Roma. «Eravamo più di centomila in piazza» hanno riferito fonti vicine agli organizzatori. Ma per la questura le sardine erano circa trentacinquemila. 

«L’idea era riempire la piazza e cambiare un po’ la percezione della politica in questi anni. Direi che l’obiettivo è stato raggiunto». Sono le parole del leader delle Sardine Mattia Santori sul posto, dove in migliaia si sono ritrovati per la manifestazione, tanto importante per il movimento, nato a Bologna, da simboleggiare la fine di questa prima fase. Uno spartiacque.

«Siamo i partigiani del 2020», è il messaggio più forte. Antifascisti, solidali, accoglienti e dalla parte dei diritti umani. Si raccontano così, tra una “Roma non si Lega” – e varianti romane “Finalmente una gioia” – e cartelloni che invocano diritti civili, accoglienza e lotta al sovranismo.

Il discorso di Santori

«Siamo un’onda che non si ferma, dalla Sicilia al Piemonte – dice il leader delle sardine Mattia Santori -. Esattamente un mese fa la piazza di Bologna lanciava un segnale che era anche un grido di speranza, quando la bestia del populismo fa campagna sul tuo territorio hai due scelte: stringerti o perderti. La piazza di Bologna ha scelto di stringersi e dire: qui non si passa. Siamo a 113 piazze e il segnale si è amplificato e ha assunto diverse forme».

«Abbiamo registrato il marchio delle sardine di Bologna per evitare che sia strumentalizzato, non per fare politica – prosegue – chiaro che nessuno può usare il marchio delle sardine per fare politica».

Le voci dalla piazza

«Sono un’elettrice di sinistra, ma penso che in questa piazza ci siano anche posizioni politiche opposte. Non di destra estrema: è quello che combattiamo», racconta Erbalisa, romana. Ride nel dire il suo nome – «L’ha inventato mio padre». È a San Giovanni sul presto, prima che tutto cominci. Ho una figlia di 15 anni. Sono qui per lei e il suo futuro.

Ci sono sardine tarantine, torinesi, perugine. «Per il momento abbiamo deciso di non diventare un partito», dice Francesca, una delle organizzatrici di Torino. «Domani ne parleremo, l’ordine del giorno non lo conosco», sorride.

Ma sul punto sembrano essere tutti d’accordo: «Spero che le sardine non diventeranno mai un partito. Il loro ruolo deve essere di stimolo», conclude Ilaria, facendo eco a quel «Non siamo antipolitici ma il nostro ruolo è un altro», scandito da Santori all’inizio della manifestazione.

Erri De Luca: «Sta succedendo qualcosa. E io sono venuto qui per imparare»

In piazza con le Sardine anche lo scrittore Erri De Luca che dichiara a Open: «Qui c’è una nuova cittadinanza politica. Questa gioventù è scesa nelle piazze massicciamente in queste settimane dichiarando una propria volontà di essere cittadina di questo Paese. Ha delle idee chiare. ha una capacità di contagio che riguarda anche le altre generazioni. Sta succedendo qualcosa. E io sono venuto qui per imparare».

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