Valle d’Aosta, Fosson si difende. Ma Salvini già punta sulla Regione in crisi: «Venerdì sarò lì, serve aria nuova»
L’indagine per voto di scambio politico mafioso che ha portato alle dimissioni del governatore della Valle d’Aosta, Antonio Fosson, stanno per scatenare un terremoto politico che da locale rischia di allargarsi rapidamente al nazionale.
Fosson, coinvolto in un’inchiesta sui condizionamenti della ‘Ndrangheta alle Regionali del 2018, si è difeso, ribadendo la sua «totale estraneità rispetto ai fatti di cui ho avuto lettura negli ultimi giorni sui giornali. Per onorare quel senso di responsabilità politica che ho sempre perseguito ed anche salvaguardare la mia personale dignità, profondamente ferita dalle infamanti ipotesi che vengono formulate – ha aggiunto – ho deciso di fare un passo indietro e di dare le mie dimissioni dalla carica di presidente della Regione. È stato per me un grande onore – ha concluso – essere presidente di questa meravigliosa regione per la quale ho lavorato con impegno e onestà».
Con l’ormai ex governatore sono indagati anche altri politici locali, due assessori, tra i quali il presidente della Regione che ha preceduto Fosson, e un consigliere regionale, capogruppo della Union valdotaine, forza politica locale che in passato è stata più volte alleata con il centrosinistra.
Matteo Salvini ha colto al volo l’occasione di puntare alla conquista di una nuova Regione, ora politicamente in bilico. «Serve ariva nuova e pulita», ha detto il leader della Lega subito dopo le dimissioni di Fosson, annunciando il suo arrivo la prossima settimana nel capoluogo valdostano: «Noi siamo pronti a liberare questa splendida regione da ogni tipo di condizionamento, senza accettare compromessi. Bene le dimissioni di Fosson, venerdì sarò ad Aosta a incontrare i cittadini e a preparare la riscossa delle persone perbene della Valle».