Due anni di biotestamento, com’è andata?
A due anni dall’approvazione in Senato della Legge sul testamento biologico, l’Associazione Luca Coscioni ha promosso un accesso agli atti per richiedere a 106 Comuni – con più di 60mila abitanti – quante Dat (Disposizioni anticipate di trattamento) sono state ricevute dall’entrata in vigore della legge. Solo 73 Comuni hanno risposto all’appello entro i termini previsti.
L’indagine dell’Associazione Luca Coscioni è stata realizzata al netto del fatto che sino al 10 dicembre scorso non esisteva un decreto attuativo per la Banca dati nazionale. Di conseguenza, la legge approvata dal Parlamento nel 2017 non poteva essere pienamente operativa.
Ma negli scorsi giorni, il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato la misura che istituisce la Banca Dati nazionale delle Dat, rendendo applicativi in pieno gli strumenti previsti dalla legge.
Le stime dell’Associazione Coscioni: 1 Dat depositata ogni 355 abitanti
Sommando i dati pervenuti, nel 2019 risultano essere state depositate 37.493 Dat, con un aumento del 23% rispetto ai primi tre trimestri del 2018. Proiettando il dato sul numero totale della popolazione, l’Associazione Luca Coscioni ha stimato che sono state depositate 170mila Dat, una ogni 355 abitanti.
Geografia delle Dat
Secondo le rilevazioni dell’Associazione Coscioni i Comuni dove sono state presentate meno Dat – ad esclusione dei 33 Comuni con più di 60mila abitanti che non hanno risposto all’appello – sono Trapani (1 ogni 1.300), L’Aquila (1 ogni 1.250) e Roma (1 ogni 850). Tra i Comuni in cui, in rapporto alla popolazione, sono state presentate più Dat sono Pesaro (1 ogni 140), Matera (1 ogni 150) e Varese (1 ogni 155).
Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Coscioni, imputa la responsabilità della differenza dei dati sul territorio nazionale «alla politica: quella nazionale per l’assenza di una campagna informativa, quella locale per gli ostacoli che i Comuni frappongono ai cittadini». Difatti, risulta che circa l’84% degli italiani reputi «insufficienti» le informazioni in proprio possesso sulle Dat.
Cosa sono le Disposizioni Anticipate di Trattamento (Dat)
Le Dat sono “Disposizioni annticipate di Trattamento”, cuore del provvedimento sul biotestamento. Grazie a queste delibere «ogni persona maggiorenne, capace di intendere e volere, in previsione di un’eventuale futura incapacità di autodeterminarsi, può esprimere le proprie convinzioni e preferenze in materia di trattamenti sanitari».
Attraverso le disposizioni ogni persona può esprimere il proprio «consenso o rifiuto rispetto a scelte diagnostiche o terapeutiche e a singoli trattamenti sanitari, comprese le pratiche di nutrizione e idratazione artificiali». Tra le disposizioni non è possibile fare richiesta (o rifiuto) né di suicidio assistito, né di eutanasia.
Le Dat sono revocabili personalmente o, in caso di urgenza, in presenza di almeno due testimoni, e sono strettamente vincolanti per il medico che, al netto delle volontà espresse anticipatamente dal paziente, «è esente da responsabilità civili o penali» in caso di decesso del paziente, legato al rifiuto di trattamenti sanitari e terapeutici esplicitato, per l’appunto, attraverso le Dat.
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