La Manovra arriva in Senato per la fiducia. Bocciata la norma sulla cannabis light
Ci siamo. La manovra approda finalmente in Senato per il primo e decisivo voto di fiducia. Il testo arriva in Aula dopo l’approvazione del maxiemendamento in Commissione Bilancio: è approdato giovedì 12 dicembre dopo una seduta di quasi 14 ore.
La discussione è partita a Palazzo Madama alle 9.30, ma è alle 14 che inizieranno le dichiarazioni di voto a cui seguirà la chiama. Il governo ha già annunciato che seppellirà l’ascia di guerra per votare compatto il sì al ddl Bilancio.
I lavori dell’Aula sono stati sospesi per una prima volta fino alle 15, poi, dopo che la commissione Bilancio di Palazzo Madama si è riunita per valutare sotto il profilo delle coperture il maxiemendamento e le necessarie modifiche alla luce dello stralcio delle norme, dalla cannabis al mercato tutelato per l’energia, la seduta è stata aggiornata alle 16.
Il presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati ha infatti annunciato in Aula l’inammissibilità per estraneità di materia della contestata norma della manovra che liberalizza la vendita della canapa industriale purché il contenuto di Thc non superi lo 0,5%.
Come prevedibile, dai banchi d’opposizione alla Camera sono iniziate le polemiche contro il governo, accusato di voler impedire ai deputati di svolgere il loro lavoro.
C’è polemica poi per i tempi della manovra. Secondo i deputati, la maggioranza starebbe negando agli avversari politici la possibilità di esaminare l’ultima versione del testo con tempi congrui e, eventualmente, di intervenire con proposte.
Stessa identica polemica che aveva animato lo scorso anno il Pd, allora all’opposizione del governo gialloverde: in quell’occasione, i dem avevano denunciato tramite ricorso alla Corte Costituzionale la «grave compressione dei tempi di discussione del ddl, che avrebbe svuotato di significato l’esame della Commissione Bilancio e impedito ai singoli senatori di partecipare consapevolmente alla discussione e alla votazione».
Tra i tanti stop and go e pacchetti modifica che hanno caratterizzato l’iter del ddl Bilancio, in Senato arriverà dunque un testo definitivo, che costituisce, però, ancora un campo di battaglia aperto su molte questioni. Vediamo quali sono i “punti salienti” della manovra.
La sugar tax
La tassa sullo zucchero è forse il provvedimento simbolo della Manovra 2020. Regina delle polemiche interne ed esterne alla maggioranza, era stata proposta inizialmente da Lorenzo Fioramonti, e apostrofata dall’opposizione ( e non solo) «tassa sulle merendine».
Alla fine la norma ha ottenuto il via libera nella forma di una tassa 10 centesimi al litro sulle bevande analcoliche zuccherate. Il provvedimento scatterà il primo ottobre 2020 invece che il primo gennaio – mossa che ha comportato un minor gettito di 173,3 milioni di euro.
La #sugartax è una tassa sulla dolcezza, ecco perchè siamo contrari.@ItaliaViva pic.twitter.com/jF2gNQfWgq
— Teresa Bellanova (@TeresaBellanova) December 13, 2019
La plastic tax
Sullo stesso piano della tassa sullo zucchero c’è la tassa sulla plastica monouso, altra misura che ha spaccato il Parlamento. Inizialmente, la norma prevedeva un prelievo di un euro al chilo, mirato a prevenire l’abuso di oggetti usa e getta in plastica e di certi tipi di imballaggio. Alla fine, tra le polemiche generali, si è deciso di ridurre la tasta a 45 centesimi.
L’emendamento per la riduzione è stato approvato in commissione Bilancio al Senato. All’interno dell’emendamento viene inserito anche il tetrapak fra i materiali sottoposti alla tassazione. Sono esclusi, invece, i prodotti in plastica riciclata e quelli composti da più materiali che abbiamo una componente in plastica inferiore al 40%. La plastic tax entrerà in vigore a luglio 2020.
Fondi e borse di studio per l’Università
La commissione Bilancio del Senato ha approvato alcuni emendamenti, sui quali concorda tutta la maggioranza, mirati ad alzare da 16 a 31 milioni il finanziamento aggiuntivo nel 2020 destinato alle borse di studio per studenti universitari.
In più, come annunciato dallo stesso ministro dell’Istruzione Fioramonti, sono stati approvati altri due emendamenti. Il primo è destinato uno allo stanziamento di 1000 borse di studio in più per le scuole di specializzazione in medicina, che dovranno consentire anche a ragazze e ragazzi con disabilità la continuità didattica.
Il secondo riguarda l’ingresso del bonus di merito nel fondo di Istituto: così facendo, il bonus non sarà più assegnato dal dirigente scolastico con discrezionalità, ma passerà dalla contrattazione d’Istituto.
Sono previsti anche dei corsi per i docenti per contrastare il bullismo, finanziati con un milione di euro l’anno per il periodo che va dal 2020 al 2022.
La cannabis light
Nella finanziaria compare anche un nodo che ha attraversato tutto il 2019, quello sulla libera vendita della cannabis light. Il testo chiarisce la quantità di Thc massima che devono contenere i prodotti: il livello di tetraidrocannabinolo dovrà essere inferiore allo 0,5%.
La scelta va a colmare un vuoto normativo che oscillava tra lo 0,2 e lo 0,5% di tetto massimo, portando a gravi rischi per i negozianti di cannabis light. L’opposizione ha già annunciato battaglia al Senato, tanto da spingere il Movimento a chiedere alla presidente Casellati «imparzialità».
Sblocco dei fondi per gli orfani di femminicidio
All’interno della Manovra ci sarà anche il decreto per il fondo di 12 milioni destinato gli orfani di femminicidio. Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri aveva annunciato la cifra il 23 novembre, alla vigilia della giornata mondiale contro la violenza sulle donne.
«Pronto il decreto ministeriale per il fondo per gli orfani di femminicidio», aveva scritto il ministro in un post su Twitter. «I soldi non restituiscono l’affetto mancato, ma con 12 milioni da lunedì finanzieremo borse di studio, spese mediche, formazione e inserimento al lavoro».
Pronto il decreto ministeriale per il fondo per gli orfani di #femminicidio. I soldi non restituiscono l’affetto mancato ma con 12 milioni da lunedì finanzieremo borse di studio, spese mediche, formazione e inserimento al lavoro #violenzasulledonne
— Roberto Gualtieri (@gualtierieurope) November 23, 2019
Lo scorso anno, il maxiemendamento alla manovra aveva previsto solo uno stanziamento di 5 milioni anziché di 12 come ipotizzato dopo l’introduzione del reato di violenza assistita nel 2018.
Tra l’altro, gli orfani non dovranno più sostenere oneri e debiti ereditati dai familiari: nessuna richiesta di risarcimento, né di crediti vantati dallo Stato, sarà più a loro cario, né se minorenni né se maggiorenni, purché «estranei» ai delitti in famiglia.
Bonus latte artificiale
Tra gli emendamenti approvati c’è anche quello presentato dal viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri, che ha introdotto un bonus latte per le mamme che, per problemi di salute accertati de un medico, non sono nelle condizioni di allattare. L’agevolazione potrà arrivare fino a 400 euro, da erogare fino al sesto mese di vita del neonato.
Non c’è ancora un decreto che regoli le condizione economiche per l’accesso al bonus, né direttive specifiche su quali patologie siano comprese, ma le polemiche non si sono certo fatte attendere. Secondo l’Associazione culturale pediatri (Acp), il provvedimento sarebbe «una politica opposta alle raccomandazioni dell’Oms e alle scelte di altri Paesi» e «innalzerebbe il rischio di diminuire la diffusione dell’allattamento al seno».
Fondo per le famiglie delle vittime di gravi infortuni sul lavoro
Per quanto riguarda gli infortuni sul lavoro, al Senato è stato approvato un emendamento volto a stanziare ulteriori 6 milioni di euro in 3 anni al fondo di sostegno per le famiglie delle vittime di gravi infortuni sul lavoro. A comunicarlo è stata la stessa ministra del lavoro, la grillina Nuzia Catalfo.
Approvato al Senato un emendamento alla Manovra, da me fortemente voluto, con cui vengono destinati ulteriori 6 milioni di euro in tre anni al fondo di sostegno per le famiglie delle vittime di gravi infortuni sul lavoro. Il mio impegno su questo importante tema è massimo. pic.twitter.com/dXu8UIboR0
— Nunzia Catalfo (@CatalfoNunzia) December 12, 2019
Monopattino e piste ciclabili
Dopo diversi sequestri e una lunga querelle, la Manovra potrebbe mettere fine alla disputa sui monopattini. Tra gli emendamenti proposti c’è anche quello per equipararli alle biciclette, il che consentirà agli amanti del mezzo di poter circolare liberamente nel rispetto del codice della strada.
A tal proposito, sono previsti anche 150 milioni nei prossimi tre anni per lo sviluppo delle reti ciclabili urbane attraverso l’istituzione di un apposito fondo al ministero dei Trasporti. Il finanziamento avverrà in tre anni, dal 2022 al 2024, con l’obiettivo di coprire il 50% delle spese per le nuove piste.
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