«Scimmia», «Torna al tuo Paese»: vomito d’odio sulla sardina Rama. Lei ribatte: «Sogno un’Italia migliore» – Il video
«Scimmia», «Sardina abbronzata», «Vai a battere al tuo Paese» e ancora «Vattene dai cogl**ni». Sono questi alcuni degli insulti rivolti a una giovane donna di origini senegalesi che, lunedì scorso, ha osato pubblicare su Facebook un video in cui raccontava, con grande orgoglio, di essere una «sardina» e nel quale criticava l’operato della Lega di Matteo Salvini, accusata di avere una «grandissima responsabilità sul clima di odio attuale perché, se prima una persona si vergognava a esternare l’odio per il diverso, oggi si sente quasi autorizzata a farlo».
Gli insulti
Rama ha denunciato il clima di «violenza, intolleranza e odio» nel nostro Paese ed è stata sommersa di insulti. «Ci avete tolto i mariti, andate affanc**o», «Sei in Italia, non parlare male di noi», «A questa bisognerebbe denunciarla che parla male di noi italiani», «Se non ti piace l’Italia ci sono tanti altri bei Paesi dove andare. Ciao, buon viaggio», «Voi qua in Italia potete fare solo le…», «Torna al tuo paese», «Sei una africana», «Vattene dai cogl**ni» e «Non sei una sardina, sei un pesce lesso».
Un vomito d’odio che ha sconvolto la giovane «italiana e nera come il carbone», come si definisce lei. E che nell’ultimo periodo ha travolto anche la capitana Carola Rackete (accolta a Lampedusa con insulti di ogni tipo) e due ragazze lesbiche, Martina ed Erika, la cui “colpa” è quella di essere omosessuali.
Cosa dice Rama nel video
Nel video, pubblicato su Facebook, Rama critica duramente il leader della Lega: «Quando l’intolleranza viene legittimata a livello istituzionale, queste sono le conseguenze. Salvini, infatti, ha manipolato in un momento critico buona parte degli italiani, giocando sulla necessità di trovare un capro espiatorio per i loro mali, per le loro frustrazioni. Così hanno pensato di mettere nella stessa categoria immigrati, stranieri e clandestini, stigmatizzandoli come nemici. Mi chiedo cosa farebbe la Lega senza immigrati e clandestini e soprattutto di cosa parlerebbe. La politica deve smetterla di istigare alla violenza».
E infine: «Io non permetterò a nessuno, soprattutto ai sostenitori della “purezza” della razza, di dirmi che non ho gli standard fisici per essere considerata figlia di questo Paese, del mio Paese. Io sogno un’Italia migliore dove la diversità venga vista come una forza, non come una minaccia. Le sardine per me sono la speranza di combattere senza armi l’ignoranza, il sovranismo, la violenza e l’odio. Un giorno mi piacerebbe dire “l’Italia è bella ma gli italiani ancora di più”».
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