Turchia, «uno stupratore sul tuo cammino»: le deputate dell’opposizione portano il flash mob in Parlamento – Il video
L’inno cileno «Un Violador en Tu Camino», «Uno stupratore sul tuo cammino», contro la violenza sulle donne, è stato portato al parlamento turco.
La protesta, promossa dalle deputate dei partiti di opposizione del CHP e del HDP, arriva una settimana dopo che sette manifestanti a Istanbul sono stati arrestati perché eseguivano canti e balli femministi. Secondo quanto riferito dalla stampa locale, altre 10 persone sono state arrestate per aver eseguito il canto nella capitale Ankara lo scorso giovedì.
Il flash mob cileno, creato dal gruppo femminista Las Tesis, è diventato virale dopo che il mese scorso le manifestanti cilene lo hanno intonato con una danza coordinata. Il messaggio del canto, che prende di mira lo Stato per non aver protetto le donne dalla violenza, è diventato un inno per le donne di tutto il mondo.
Per le autorità turche, il passaggio del canto «sei lo stupratore. Sei l’assassino. Sono gli sbirri, i giudici, lo stato e il presidente», è contro la legge. Insultare il presidente o le istituzioni statali è un crimine in Turchia.
A promuovere l’iniziativa è stata la deputata del Partito Popolare Repubblicano, erede del partito kemalista, Sera Kadigil, che ha organizzato la protesta in coincidenza con le discussioni sul bilancio parlamentare.
«Signor Ministro degli Interni, c’è una danza che è iniziata in Cile e ha attirato l’attenzione di persone di tutto il mondo sulla violenza contro le donne: Las Tesis. La Turchia è diventato l’unico Paese in cui abbiamo bisogno della nostra immunità parlamentare per portare avanti questa protesta», ha detto Kadigil ai media locali.
Alcuni legislatori hanno anche sollevato immagini di donne uccise in importanti casi di violenza domestica mentre eseguivano la canzone. Il ministro degli Interni, Süleyman Soylu, si è opposto vocalmente alla protesta, dicendo ai parlamentari dell’opposizione che la polizia è stata responsabile solo della morte di due donne in Turchia.
«Non si può davvero sottintendere che la polizia, la magistratura, lo stato o il presidente in Turchia siano “assassini”o” stupratori”».
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