Di Maio vola in Libia. La mediazione italiana nel conflitto fra Sarraj e Haftar: «La soluzione non può essere militare»
Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio è atterrato nella mattinata di oggi 17 dicembre a Tripoli, in Libia, dove incontrerà Fayez al Sarraj e il ministro degli Interni Fathi Bashaga. Subito dopo si sposterà a Bengasi per incontrare Khalifa Haftar. Infine sarà a Tobruk, per vedere il presidente della Camera dei rappresentanti Aghila Saleh.
Arrivato in Libia, Di Maio, durante il vertice con il vicepresidente del consiglio presidenziale libico, Ahmed Maitig, dopo un colloquio bilaterale con il ministro degli Esteri libico Mohammed Siala, ha chiarito la posizione italiana: la soluzione della crisi in Libia «non può essere militare».
Al centro dei colloqui ci saranno il conflitto in corso, la conferenza di Berlino, il memorandum e altri temi centrali. L’Italia sta lavorando alla Conferenza nel capoluogo tedesco, che si potrebbe tenere a gennaio, cercando di strappare alle fazioni almeno una tregua militare che consenta poi di sviluppare un percorso di stabilizzazione attraverso le elezioni.
Il 12 dicembre il generale Khalifa Haftar ha ordinato l’avvio di quella che ha definito la «battaglia decisiva» per strappare Tripoli al governo di accordo nazionale di Fayez al-Sarraj. Dopo dodici mesi di combattimenti, il signore della Cirenaica aveva rotto gli indugi e aveva lanciato l’offensiva finale per prendersi la Libia
All’indomani dell’offensiva, a margine del Consiglio europeo, il premier italiano Giuseppe Conte, Angela Merkel ed Emmanuel Macron si erano incontrati, su iniziativa pare dello stesso Conte, per trovare una soluzione diplomatica al conflitto libico e fermare l’avanzata di Haftar. I leader dei tre Paesi europei avevano diffuso una dichiarazione congiunta sulla «necessità che l’Europa si faccia sentire» e «la convinzione che serva una soluzione politica».
«Adesso ci sono attori anche stranieri che hanno un ruolo – aveva aggiunto Conte – essendo scesi sul terreno con appoggio militare molto chiaro, in termini di equipaggiamenti e anche di soldati, di risorse. Dobbiamo confrontarci con loro». Già, perché da quando Khalifa Haftar ha lanciato lo scorso 4 aprile la sua offensiva sulla Tripolitania, gli attori sul campo sono cambiati, e non poco.
La visita di Di Maio in Libia si inserisce in questo contesto e conferma il ruolo dell’Italia all’interno della mediazione internazionale (ed europea, nello specifico) per trovare un accordo fra il governo di Unità Nazionale di Sarraj e l’esercito Nazionale Libico del generale Haftar. Il presidente del Consiglio Conte ha incontrato Haftar nel dicembre del 2018, prima dello scoppio del conflitto, a Bengazi, mentre il vertice con Sarraj si è volto a Roma il 7 maggio scorso.
Leggi anche:
- La Grecia ha inviato navi da guerra a Creta dopo il trattato tra Turchia e Libia. Il conflitto è vicino?
- Libia, Conte: «L’Italia è in prima linea per lavorare alla stabilizzazione del Paese»
- Caos Libia, l’avvertimento dell’Onu: «Senza pace arriverà un’ondata di migranti»
- Libia, Haftar: «Milizie turche già a Tripoli per sostenere al Sarraj». A breve l’incontro con Di Maio a Roma
- Dietro l’accordo Tripoli-Turchia, Al Sarraj: «L’Italia ha ignorato la nostra richiesta di armi. Di Maio fermi Haftar»