Specializzandi di medicina, il paradosso da beffa: in Italia richiamano i medici in pensione, i futuri dottori fuggono all’estero
Non sembrano esserci grandi possibilità per gli studenti di medicina italiani sul fronte delle specializzazioni. Avevamo affrontato il problema l’estate scorsa quando l’associazione Giovani medici per l’Italia aveva inondato le caselle di posta elettronica dei deputati italiani, con un appello volto a cancellare l’imbuto formativo che rende sempre più difficile ai nuovi medici l’accesso alle specialistiche.
Attualmente nei nostri ospedali sempre più spesso si usa richiamare i vecchi specialisti in pre-pensionamento, mentre fatichiamo a creare nuovi professionisti.
Si tratta di una emergenza creata soprattutto dalla scarsità di bandi, mentre dal 2010 a oggi si promuove solo un maggiore accesso alle facoltà di medicina. Così aumentano i giovani laureati destinati a fuggire all’estero, perché una laurea in medicina senza la possibilità di accedere alla specializzazione non apre a molte prospettive.
Su 20mila candidati solo 8mila diventeranno cardiologi, anestesisti, neurologi, eccetera. La carenza di queste figure è ben rappresentata dalle liste d’attesa infinite che caratterizzano l’immagine della Sanità nazionale.
Stando ai dati della Federazione italiana dei medici e odontoiatri, i medici inattivi in Italia sono 25 mila. Di questi accedono alle specialistiche solo ottomila (672 su base regionale). Tra quelli che l’imbuto formativo lascia in un limbo, circa 2000 emigrano ogni anno, col ringraziamento dei sistemi sanitari esteri.
La nuova mail-bombing dei giovani medici italiani
Così in risposta all’iniziativa del Ministero dell’istruzione di aumentare i posti nelle facoltà di medicina – lasciando la penuria di specialistiche invariata – scattò nel luglio 2019 la mail-bombing di Giovani medici per l’Italia, ricevendo risposte incoraggianti da parte di diversi parlamentari della precedente legislatura.
A quanto pare tutto questo non è bastato. Payam Tabaee, Antonella Moschillo e Antonio Cucinella di Giovani medici per l’Italia, spiegano in un post su Facebook che dalle 8000 borse annunciate l’estate scorsa, si è passati ad appena 8300 previste per luglio 2020, «nonostante dalla maggioranza si siano annunciate 1200 nuove borse – continuano i giovani medici – A fronte di tale situazione abbiamo deciso di mobilitarci in massa, come ultimo tentativo, su due fronti e insieme».
I giovani medici tornano all’attacco con l’hashtag #speranzatradita prendendo di mira i profili social del ministro della Salute Roberto Speranza, a cui i ragazzi rimproverano di non aver mantenuto le promesse di un sostanziale aumento delle borse per le specializzazioni. La nuova mail-bombing riguarderà anche gli altri dicasteri competenti.
Il testo dell’appello:
«Dopo tutti i lunghi mesi di mobilitazione e la richiesta di arrivare almeno a 10.000 Borse di specializzazione mediche per luglio 2020, con l’attuale manovra constatiamo che nel 2020 ci saranno solo 8300 borse di specializzazione, a luglio 2019 erano 8000.
La maggioranza di governo ha annunciato 1200 nuove borse, ma questo perché corrispondenti in effetti ai 25+5 milioni posti in Legge. Tuttavia tale numero pare non tener conto delle 900 borse non strutturali assegnate lo scorso anno e che per tale ragione vanno sottratte al numero finale.
Per un risultato netto finale di 300 borse in più.
Alla luce di ciò vi chiediamo subito di aiutarci a reperire le risorse necessarie a rifinanziare le 900 borse che nel corso dell’ultimo anno non sono state più confermate, e al contempo un impegno per arrivare al numero minimo di 10.000 borse di specializzazione statali per luglio 2020, come dichiarato da più parti della maggioranza e come numero minimo necessario per salvaguardare il diritto alla formazione dei giovani medici italiani e per salvaguardare la salute dei cittadini».