Bolivia, mandato di cattura per l’ex presidente Morales
A un mese circa dalle dimissioni di Evo Morales dopo le accuse di frode elettorale, la magistratura boliviana ha emesso un mandato di cattura per l’ex presidente. L’ordine arriva in un momento in cui Morales, fuggito in Messico a novembre, si è trasferito in Argentina per chiedere lo status di rifugiato.
Secondo quanto riferito dal portale Erbol, Morales avrebbe espresso nuovamente la sua intenzione di tornare in Bolivia. Da qui la decisione della Procura di emettere l’ordine di cattura.
L’ex presidente è indagato per sedizione, terrorismo e finanziamento di terrorismo. Il ministro dell’interno Arturo Murillo ha accusato Morales di aver istigato degli scontri violenti, nel periodo di transizione dopo il voto, in cui morirono 35 persone.
Un video in cui si sente una voce – attribuita a Morales – ordinare l’assedio delle città boliviane per lasciarle senza cibo è stata usata come prova della colpevolezza di Morales dal Governo di transizione.
L’ex presidente – il primo presidente indigeno nella storia del paese sudamericano – ha sempre respinto le accuse. Il 12 dicembre su Twitter ha ringraziato il Messico per l’aiuto ricevuto, annunciando di voler continuare la lotta per unire la “Grande Patria” dall’Argentina.
Hace un mes llegué a México, país hermano que nos salvó la vida, estaba triste y destrozado. Ahora arribé a Argentina, para seguir luchando por los más humildes y para unir a la #PatriaGrande, estoy fuerte y animado. Agradezco a México y Argentina por todo su apoyo y solidaridad.
— Evo Morales Ayma (@evoespueblo) December 12, 2019
Il documento
Il documento dell’ordine di cattura, firmato dai pm Jhimmy Almanza e Richard Villaca, è stato diffuso dal ministro del Governo (Interno) boliviano, Arturo Murillo, via Twitter, con un messaggio indirizzato a Evo Morales «per sua conoscenza».
Sr. @evoespueblo para su conocimiento pic.twitter.com/1KrAFcevjQ
— Arturo Murillo (@ArturoMurilloS) December 18, 2019
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