Scienza, Greta Thunberg tra i 10 personaggi più rilevanti del 2019 secondo la rivista Nature
La giovane ambientalista Greta Thunberg è tra i 10 personaggi più importanti per la scienza nell’ultimo anno. La classifica della rivista Nature ha stilato una classifica delle personalità che nel 2019 hanno dato significativi contributi al mondo della scienza.
Insieme a Greta sono presenti anche altri attivisti impegnati nella difesa dell’ambiente e scienziati, come John Martinis, autore dell’esperimento da record nel quale il computer del futuro ha battuto quello tradizionale.
Ad aprire la top ten è il fisico brasiliano Ricardo Galvão coordinatore del rapporto sulla deforestazione in Amazzonia contro il quale si è scagliato il presidente Jair Bolsonaro.
Greta Thunberg è stata scelta da Nature per aver focalizzato l’attenzione su come i deboli sforzi delle nazioni per rallentare il riscaldamento globale stiano minacciando il pianeta e le generazioni a venire. L’ecologa Sandra Díaz ha invece coordinato la valutazione più completa sulla biodiversità terrestre, riferendo che un milione di specie è a rischio estinzione.
Nella top ten anche fisici e biologi, come il fisico John Martinis alla guida dell’esperimento senza precedenti nel quale un computer quantistico ha risolto in 3 minuti un’operazione che a un computer tradizionale richiederebbe 10.000 anni, e l’astrofisica Victoria Kaspi che ha contribuito a realizzare un telescopio unico in Canada, il migliore cacciatore al mondo di esplosioni radio veloci, con il quale si punta a comprendere l’origine dei misteriosi segnali.
Fra i protagonisti presente anche il neuroscienziato Nenad Sestan, che ha fatto rivivere il cervello di maiali morti ore prima, e il microbiologo Jean-Jacques Muyembe Tamfum che nel Congo sta guidando gli sforzi per combattere l’epidemia di Ebola.
Nella lista ci sono anche il biologo Hongkui Deng, che con il taglia e incolla del Dna, la Crispr, ha modificato le cellule in un essere umano e la bioeticista Wendy Rogers che ha dimostrato che alcuni trapianti di organi in Cina potrebbero essere stati fatti senza il consenso dei donatori.
Il paleontologo Yohannes Haile-Selassie infine ha scosso l’albero genealogico dell’umanità con la scoperta di un teschio di 3,8 milioni di anni dell’Australopithecus anamensis, il parente più antico dell’uomo.
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