Istat, due milioni di giovani in sofferenza su lavoro, salute e istruzione. Nel 2019 migliorano gli studenti italiani
Sono quasi due milioni i giovani tra i 18 e i 34 anni che, secondo un rapporto Istat sul Bes, il benessere equo e sostenibile, sono in condizioni di sofferenza. Si tratta di persone a cui mancano due o più dimensioni del benessere, dalla salute al lavoro, dalla sfera sociale a quella territoriale passando anche per l’istruzione.
Una «multi-deprivazione» che secondo l’Istituto è più alta «tra i giovani adulti di 25-34 anni e nel Mezzogiorno».
Istruzione, allarme abbandono
Una sofferenza che si registra anche nel sistema scolastico italiano dove la quota di ragazzi che frequentano il secondo anno delle scuole secondarie di secondo grado, e che non raggiungono la sufficienza nelle competenze, si attesa al 30,4% per l’italiano e al 37,8% per la matematica.
Nelle regioni del Mezzogiorno la quota di studenti che non raggiungono un livello sufficiente sale addirittura al 41,9% per l’italiano e al 53,5% per la matematica.
Migliorano, intanto, gli indicatori di istruzione e formazione ma i livelli raggiunti in Italia restano inferiori a quelli della media europea. Nel 2018, infatti, si riduce la quota dei neet, dei giovani tra 15 e 29 anni che non lavorano e non studiano. Aumenta la quota di persone con esperienze di partecipazione culturale e di formazione continua.
Permane, invece, la criticità dell’abbandono scolastico precoce, con significative differenze regionali e per genere. Nel 2018, il 14,5% dei giovani tra 18 e 24 anni non ha conseguito il diploma di scuola superiore di secondo grado e non frequenta corsi di studio o formazione (13,8% nel 2016).
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