Da casa di Annalisa si guarda Napoli; la città si staglia da ogni finestra, avvolta da una foschia lucente nonostante il brutto tempo; ma mentre la giovane donna lavora nella sua bottega-studio casalinga, non bada per niente al panorama mozzafiato. Per Annalisa, infatti, la costruzione dei suoi particolarissimi presepi è praticamente una forma di meditazione: un’attività pacifica e de tutto avvolgente.
Come suo padre, e suo nonno prima di lui, Annalisa usa gli attrezzi contenuti nella “cassetta magica” di famiglia per modellare l’argilla, posizionare il muschio e spandere la colla in dettagliatissimi presepi in miniatura. Ogni presepe è diverso dal precedente: l’artigiana adatta le scene della Natività alla forme del loro contenitore, e non viceversa. I presepi di Annalisa vivono infatti dentro bottiglie antiche, decanter di cristallo, e specialmente vecchie lampadine.
Le curvature del vetro definiscono un universo che può stare nel palmo d’una mano, vivo ma fissato nel tempo. E non a caso, per Annalisa il significato del suo lavoro si estende oltre il Natale: è una doppia rappresentazione di familiarità, a partire dalla trasmissione paterna delle tecniche artigianali, per arrivare al valore universale della scena rappresentata – il miracolo, vero, dell’avvento di una nuova vita.
La vicinanza del suo lavoro alla famiglia, sia a livello tematico, che a livello pratico, è il motivo per il quale Annalisa non ha mai ricevuto un addestramento formale: a 16 anni ha chiesto di provare gli attrezzi (pinze lunghe e sottili, piccole lame, pennelli minuti) necessari al delicatissimo lavoro, scoprendo di saperlo fare da sempre.
L’arte di Annalisa è stato un modo di conoscere suo nonno, che purtroppo non ha mai incontrato; di conoscere meglio la sua città, attraversata in lungo e largo alla ricerca di luoghi per i suoi piccoli presepi, recuperando lampadine vecchie e rotte; di conoscere il mondo, perché i valori e l’estro contenuti nelle sue opere in miniatura hanno trovato nuove casa fino a Dubai.
Annalisa è piena di energia, di velocità, di cose da dire; ha una personalità proiettata all’esterno. Vederla lavorare, silenziosa e felice, concentrata e pacifca, palesa come ogni presepe sia un piccolo viaggio nelle sue introversioni: le storie intime della sua famiglia, della sua città, del mondo che le sta intorno – ogni presepe una piccola, vera parte di lei.
Il lavoro di Annalisa è stato messo in musica da K-Conjog, produttore e musicista napoletano. Attivo sino dal 2004, si impone sulla scena con l’EP Le Storie che Invento non le so Raccontare, uscito nel 2010 uscito per la label inglese Dirty Demos, che diventerà un progetto video pluripremiato in sodalizio con il regista Francesco Lettieri. Consolida il successo internazionale nel 2012 con “Set Your Spirit Freak!”, LP prodotto dall’americana Abandon Building Records, e da allora non si è più fermato (il suo ultimo EP, Dum Bow, è uscito quest’anno), collaborando con artisti ed etichette italiane e mondiali.
La sua traccia 04, A Huge World in a Tiny Light Bulb, è disponibile in free download e per l’ascolto su Bandcamp. L’utilizzo del brano è libero, con la condivisione della fonte: www.open.online.