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‘Garrone’ Lukaku sposta il Genoa (4-0) e lascia il rigore al baby Esposito

21 Dicembre 2019 - 19:49 Daniele Miceli
Doppietta, assist e altruismo per il belga. Juve ripresa in vetta

Con i resti della rosa; con la vetta condivisa e un trascinatore di 9 vestito. Antonio Conte può trascorrere un buon Natale, e con lui tutto l’interismo, di nuovo in testa alla Serie A ex aequo con la Juve. Il 4-0 di San Siro contro il Genoa arriva in scioltezza e poggia sulle possenti spalle di un immarcabile Romelu Lukaku. Il Big rom nerazzurro sposta equilibri e avversari intorno alla mezzora del primo tempo: un gol e un assist. Tutto in 120 secondi.

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Eruzione Lukaku

Il belga la apre con una frustata da fermo su assist di Candreva (31′). Due minuti dopo protegge il pallone a modo suo spalle alla porta e ‘chiama’ il rimorchio di Gagliardini. L’ex Atalanta fa 2-0 e spazza via la prima tranche di gara in cui l’Inter non aveva certo avuto paura del Genoa dell’applauditissimo ex Thiago Motta (a un passo dall’esonero, pronto Diego Lopez), singhiozzando però nella proposizione di azioni da gol.

La chiave di volta è nei centimetri di Lukaku e negli ordini impartiti da Antonio Conte. Che dalla panchina ‘alza’ e allarga il 17enne Esposito, retrocede il belga a ‘uomo sponda’ e comincia a smistare il gioco dalle parti di un ispiratissimo Candreva. Il Genoa subirà questo tipo di giocate. E si farà male.

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Garrone e Sebastiano

L’1-2 interista è un pugno nello stomaco di un Genoa che palleggia, ma non spaventa. Farà qualcosa in più nella ripresa il Grifone, che però al 63′ frana con Agudelo su Gagliardini e fa scrivere un pagina da libro cuore del calcio a Lukaku. Con Lautaro out, è lui il primo rigorista, ma l’attaccante cede il pallone al baby Esposito. Che calcia un rigore angolato e fortissimo, siglando il suo primo goal in Serie A. Diventano, invece, 12 quelli in campionato di Lukaku, che al 70′ spacca la porta dopo un’azione personale. A distanza risponde lui a Cristiano Ronaldo. L’Inter, che negli ultimi minuti fa riassaggiare il campo a Stefano Sensi, ritrova la vetta sotto l’albero.

Foto di copertina Ansa

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