Il caso Casaleggio, cos’è e cosa può causare – Spiegato in 3 minuti
Il caso inizia con un nome, pesante, nei ringraziamenti della ministra dell’Innovazione Pisano in calce al piano 2025. Strategia per l’innovazione tecnologica e digitale del Paese: quello di Davide Casaleggio, per «il contributo all’elaborazione» .
A rivelare il contributo è stato il giornale Linkiesta che ha sollevato il possibile conflitto di interessi fra l’imprenditore digitale Casaleggio (figlio del co-fondatore del Movimento 5 Stelle Gianroberto) e interventi governativi che riguardano proprio il settore dell’innovazione.
Il Consiglio dei ministri
La bomba arriva poche ore prima dell’inizio del Consiglio dei ministri che ha varato il decreto Milleproroghe stoppando però proprio le norme che riguardano l’Innovazione digitale. A far fronte comune per postcipare il varo de provvedimento sono stai Italia Viva e Pd.
Il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini ha chiarito: «Oggi non c’erano le condizioni per approvare in Consiglio dei ministri il Piano per l’Innovazione digitale. C’è bisogno di un approfondimento e le norme, frutto di un’intesa nella maggioranza, potranno essere inserite in un emendamento in sede di conversione del decreto».
La risposta di Paola Pisano
Dal ministero dell’Innovazione era arrivata la smentita di una “mano” di Casaleggio alla stessura del testo: «Nessuna consulenza, di nessun tipo. La strategia – si chiariva – è stata scritta tutta di proprio pugno dalla ministra Pisano, in collaborazione col suo team. I ringraziamenti sono personali e vanno alle tante persone che, nel corso di questi mesi, sono stati importanti interlocutori e hanno contribuito con idee e stimoli».
Anche Italia Viva contro il decreto
Ma la polemica non si è sopita. Il deputato di Italia Viva Michele Anzaldi aveva annunciato di «aver sottoscritto l’interrogazione presentata dal collega Mulè (deputato di Forza Italia, ndr) sul potenziale conflitto di interessi di Davide Casaleggio. Il titolare di un’impresa privata che scrive i programmi del Governo sul settore in cui opera la sua azienda è un caso che non ha precedenti. Serve chiarezza».
Ad Anzaldi aveva fatto eco il deputato dem, ed ex portavoce degli ex premier Matteo Renzi e Paolo Gentiloni, Filippo Sensi che aveva chiesto alla ministra Pisano di dare spiegazioni sulla vicenda.
L’eliminazione dal Milleproroghe
Poi, nel pomeriggio, la notizia di stralcio della riforma dal decreto Milleproroghe grazie all’inedito asse Pd-Italia Viva che in sostanza ha messo il proprio veto. È evidente che a pesare sulla bocciatura sia stato il nome di Davide Casaleggio comparso su un documento governativo e su un tema decisivo come quello dell’Innovazione digitale.
La ministra, dopo lo stop al suo piano, ha spiegato che «il processo di condivisione rende necessari nuovi incontri tra le forze politiche, ma ho ricevuto spunti estremamente interessanti». La formula, seppure diplomatica, fa capire che gli alleati di governo del Movimento 5 Stelle non si sono resi disponibili a varare il provvedimento proprio nella giornata in cui si era scatenata la bufera attorno a quel nome, e a quei rigraziamenti, in coda al piano.
E adesso?
Quello che succederà ora si può supporre prestando ascolto alle parole del ministro Franceshini: “l’approfondimento” di cui parla l’uomo forte del Pd nel governo è facile si possano tradurre in un’analisi più dettagliata, da parte dei dem, ma anche di Italia Viva, del reale contributo e degli ipotetici interessi di Casaleggio Jr e delle sue società nel Piano d’Innovazione digitale. E forse anche di chiederne conto all’alleato: non è da escludere che ciò possa aprire un nuovo fronte di tensione con Luigi Di Maio, capo politico del Movimento, storicamente vicino a Davide Casaleggio.
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