Montella, secondo esonero Viola. Ma la Fiorentina ha fatto un mercato ‘monco’
‘Niente da festeggiare, vi dovete tutti vergognare’. Il messaggio dei tifosi della Viola al triplice fischio di Fiorentina-Genoa, insipido 0-0 dell’ultima giornata dello scorso campionato, mostrava lo scarsissimo gradimento per lo spettacolo inscenato. Quel pari aveva salvato le due squadre grazie all’Inter (che aveva steso e retrocesso l’Empoli), ma non Montella, entrato ulteriormente nel mirino della tifoseria.
Sembrava già segnato il suo secondo ritorno a Firenze (era già stato esonerato nel 2015 dopo aver fatto, però, benissimo nelle due stagioni precedenti): e, invece, l’avvento di Rocco Commisso e il suo mercato ‘Riberyiano’ avevano concesso all’aeroplanino una seconda chance. Sprecata. Per colpe sue, e non solo. I conti, comunque, non tornano.
Due punti nelle ultime 7 giornate della passata stagione, 2 punti nelle ultime 7 di questo campionato (e sole quattro vittorie totali). Per i valori della rosa a disposizione (Ribery, Chiesa, Castrovilli su tutti) era lecito attendersi di più, e la dirigenza gigliata spera ora di invertire subito la rotta per non cancellare il dilagante entusiasmo di inizio stagione.
Ma le colpe sono tutte di Montella? L’allenatore ci avrà messo del suo (raramente la Viola ha mostrato un gioco fluido), ma è pur vero che l’organico a disposizione presentava e presenta alcuni omissis. A partire dall’attacco: Ribery e Chiesa sono esterni di altissima categoria, eppure la Fiorentina non ha un attaccante centrale di riferimento. Si è visto ieri, per l’ennesima volta, contro la Roma. Vlahovic, risolutivo contro l’Inter, ha un talento innato, ma pure soli 19 anni e tanta necessità di fare gavetta per diventare un fattore ad altissimi livelli. Boateng? Non è una punta, tantomeno una macchina da reti. E se le sole palle gol arrivano dagli inserimenti di un eccellente Castrovilli, diventa dura. Soprattutto contro squadre attente e organizzate come la Roma di Fonseca.
Montella aveva una rosa con punti di eccellenza, ma anche decisamente corta. Aveva poche carte, in mezzo qualche jolly. E li ha giocati male. Ora comincia una nuova era per la Viola, con la vecchia paura di ritrovarsi dove nessuno fino a qualche mese fa pensava di sostare. E le rivali che da dietro mettono ulteriore pressione.
Foto di copertina Ansa