Soccorsi nel Mediterraneo: nel 2019 nessun migrante è stato salvato da mezzi dell’Ue – Il report
La Guardia costiera italiana ha pubblicato il report trimestrale sulle attività di soccorso nel Mediterraneo centrale: su quasi 5mila migranti recuperati in acqua in 9 mesi e portati in Italia, nessuno di loro è stato salvato da mezzi dell’Unione Europea.
Il resoconto, dal titolo Attività Search and Rescue nel Mediterraneo centrale, indicizza tutte le organizzazioni e le unità che operano o transitano nella zona Sar (Search and Rescue, ricerca e soccorso) italiana.
In tutti e tre i report trimestrali pubblicati nel 2019, non c’è traccia né di soccorsi Frontex (l’agenzia europea che controlla le frontiere e le coste), né di salvataggi operati nell’ambito della missione Eunav for Med “Sophia” (European Union Naval Force in the South Central Mediterranean) , prorogata fino a marzo 2020.
L’operazione militare di sicurezza marittima europea “Sophia”, infatti, è privata delle unità navali dal 1 aprile 2019, a seguito di una decisione presa dai vertici dei 28 Paesi europei.
Tra l’altro, il compito della missione era unicamente quello di pattugliare il mare, senza che all’ordine venisse affiancato quello di salvare o trasportare naufraghi. L’obbligo del soccorso è sancito sempre – per qualsiasi imbarcazione – indirettamente dal diritto internazionale.
A operare i salvataggi sono state invece principalmente le navi delle Ong internazionali (che vengono spesso sequestrate e bloccate nei porti), della guardia di finanza e della guardia costiera. Alcuni soccorsi sono stati portati a termine anche da alcune imbarcazioni della marina militare italiana.
Gli interventi delle autorità libiche
A sopperire all’assenza dell’Europa ci ha pensato la guardia costiera libica, istituita, riconosciuta e finanziata formalmente a seguito degli accordi bilaterali con l’Italia.
Il dato più preoccupante riguarda proprio questo punto: solo negli ultimi 3 mesi, le “autorità libiche” hanno riportato sulle coste della Libia 3.140 persone che cercavano di raggiungere l’Europa. Nei complessivi primi 9 mesi del 2019, i respingimenti sono stati in totale 6.807. In Libia, nelle strutture di detenzione, i migranti finiscono nei centri di detenzione dove subiscono torture e trattamenti disumani e degradanti.
Di fatto, il ritiro delle imbarcazioni europee dal Mediterraneo centrale ha sancito la consegna dell’area nelle mani delle sedicenti autorità libiche – epilogo già premesso nel memorandum rinnovato lo scorso 2 novembre.
Foto di copertina: Una neonata a bordo della nave umanitaria Ocean viking in una foto postata su Twitter dalla ong Medici senza frontiere il 21 settembre 2019
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