La tragedia di corso Francia, Pietro Genovese non si dà pace: «Non le ho viste». La madre di Camilla: «Doveva investire me»
Doveva essere una serata tranquilla, banale per i sedicenni di tutta Italia: pizza con fidanzati e compagni di scuola e poi una passeggiata fino a Ponte Milvio, per un gelato. Si era fatto tardi per Gaia e Camilla, era passata la mezzanotte e dovevano rincasare nel quartiere Fleming. Di corsa. Ma a casa non torneranno mai: Pietro Genovese, 20 anni, le investirà mentre attraversano corso Francia. Gli agenti hanno trovato il ragazzo ancora lì dove poco prima c’era stato l’impatto, disperato dopo aver assistito ai tentativi di soccorrere le due giovani. «Era bianco come un lenzuolo, in lacrime e sotto choc», diranno alcuni testimoni. Adesso è indagato per omicidio stradale e, data la positività del test di alcol e droga, il pm deve decidere quale misura cautelare applicare: rischia l’arresto e fino a 18 anni di carcere, visto che le vittime sono due.
L’arrivo dei genitori
Cristina, la madre di Camilla, non vedendo rientrare la figlia è corsa in strada per cercarla. «Doveva investire me e non mia figlia che aveva solo 16 anni. Non ci credo», ha ripetuto tutta la notte davanti a quella scena straziante. Scrive Il Messaggero che i genitori di Camilla sono stati ospitati fino alle 5.30 del mattino in un ristorante vicino al luogo dell’incidente. Altri testimoni raccontano che la madre di Gaia, arrivata in auto, è rimasta bloccata per ore nel veicolo: «non riusciva nemmeno a scendere». Gaia e Camilla erano compagne di banco al liceo. Gli amici descrivono Gaia come una ragazza «solare e sempre pronta a sorridere», Camilla, «la timida e riservata del gruppo».
Il racconto del testimone chiave
«Le guardavo fermo in auto dall’altra parte della strada – scrive ancora il Messaggero, riportando la testimonianza più importante raccolta dagli inquirenti -. Guardavo quelle due ragazze che si tenevano per mano, sotto la pioggia, e correvano per attraversare le strisce pedonali da Corso Francia, lato Ponte Milvio, verso la Flaminia». «Stavo pensando “ma guarda queste che fanno, è rosso!”. Poi è successo tutto in un attimo: un’auto che arrivava sulla corsia centrale ha fatto appena in tempo a fermarsi, loro ormai erano a due passi dal mettere piede sul piccolo marciapiede che fa da spartitraffico tra le due careggiate, ma sono state travolte dalla Renault che è sbucata a tutta velocità alla sinistra dell’auto che aveva frenato e che copriva la visuale».
L’ultimo sms di Camilla
Camilla riceve un messaggio: «Ma hai visto che ora è?». A scriverle, la madre, Cristina. «Sto tornando». Sono state le sue ultime parole. La madre chiama subito preoccupata Giorgia, l’altra figlia: «Tua sorella non si vede ancora, ho provato a chiamarla ma il telefono resta muto». Passa qualche minuto e la sorella della sedicenne comunica alla madre: «So che c’è stato un incidente, vai a vedere». Poi, la terribile verità.
Le parole dell’investitore
«Non le ho viste, sono passato con il verde». Pietro Genovese aveva appena finito una cena con gli amici e stava andando in un locale. A un certo punto, un tonfo ha interrotto la sua corsa. Ha aspettato l’arrivo dell’ambulanza sotto la pioggia. «Non aveva bevuto, non aveva fumato, non era al telefono. C’era il verde ed è passato come giusto che sia», dirà la sorella, riportando probabilmente il racconto fatto da Pietro ai famigliari. Ma i test riveleranno nel sangue la presenza di droga e alcol. Adesso il figlio del regista rischia fino a 18 anni di carcere.
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