Lavori green: in Italia il 21% degli occupati è coinvolto nell’economia verde
Mai come quest’anno in Italia si è parlato di emergenza climatica. Grazie soprattutto ai giovani manifestanti che sono scesi in strada per chiedere più attenzione all’ambiente, la società italiana ha aperto gli occhi su un problema che sembrava essere rimasto finora latente.
Ma fare attenzione all’ambiente non è solo un gesto dovuto nei confronti delle generazioni che verranno. L’economia verde porta anche risultati immediati sul fronte del lavoro: in Italia stanno nascendo nuovi mestieri green su cui le aziende puntano sempre di più per creare nuova occupazione.
Stando all’ultimo Atlante del Lavoro pubblicato dall’Inapp, l’Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche che serve a monitorare l’evoluzione dei vari settori, nel 2017 in Italia il 9% dei lavoratori è impiegato nella green economy.
Di questa percentuale, l’1% è collegato a professioni nativamente green, mentre l’altro 8% svolge professioni convertite all’economia verde. Un altro 12%, poi, è impegnato in professioni go-green, e cioè quei lavori che vanno verso l’economia verde – come l’agricoltura o il tessile.
Le regioni che hanno la maggior percentuale di lavori verdi sono il Molise, la Lombardia e l’Abruzzo, seguite da Piemonte e Campania. I settori dove si registra invece il maggiore numero di contratti e opportunità green sono invece quelli delle public utilites e delle costruzioni, seguiti da servizi sociali e manifattura.
Il «polmone verde» dell’economia
Dal tecnico installatore di impianti fotovoltaici fino ai pianificatori, dagli specialisti del recupero e della conservazione del territorio fino agli ingegneri dei materiali. «Quello della green economy è un settore di cui si parla tanto ma di cui si conosce ancora poco in termini di contratti di lavoro reali», ha spiegato Stefano Sacchi, presidente dell’Inapp. «Si tratta di un settore che, in prospettiva, può rappresentare ‘il polmone della nuova economia’».
Un percentuale in crescita, ma che ancora ha molta strada davanti a sé: come ha spiegato Sacchi, i dati «ci fanno vedere come nel nostro Paese ci sia ancora molto da fare, soprattutto per la progressiva trasformazione di settori produttivi rilevanti, come l’ecoturismo, il tessile, l’agricoltura, che potranno diventare sempre più parte della green economy».
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