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Ezio Bosso, ecco il concerto di Natale: «Festeggio con Cajkovskij: per entrambi la musica lenisce il dolore»

24 Dicembre 2019 - 18:39 Redazione
«Ascoltateci a tutto volume, spalancate le finestre, disturbate i vicini e il parroco. Noi cambieremo il mondo a colpi di musica»

A giugno scorso l’avevano guardato in più di un milione di persone, su Raitre, con il suo concerto di Beethoven. Ora l’appuntamento con il maestro Ezio Bosso è per il giorno di Natale, alle 21.20 su Rai Tre. Questa volta il compositore suonerà la sesta sinfonia, la celebre «Patetica» di Cajkovskij, creata nove giorni prima della sua morte, durante il programma «Che storia è la musica». Insieme a lui suonerà l’Orchestra Europa Filarmonica, fondata dallo stesso Bosso, insieme ai giovani dell’Orchestra Filarmonica di Benevento e il Coro Filarmonico Rossini di Pesaro. Il maestro ha scelto Cajkovskij perché per entrambi la musica «lenisce il dolore». Lo spiega Bosso, che soffre da anni di una malattia neurodegenerativa: «Nell’ultimo movimento Cajkovskij annota di suo pugno la parola ‘lenezza’, che non sta per ‘lentezza’ ma per carezza. La musica lenisce il dolore. Se credi in lei e ti lasci guidare, ti cambia la vita». Durante il concerto la trasmissione ospiterà Corrado Augias, Diego Bianchi, Max Tortora, Mario Tozzi, Igor Cassina.

«Ogni ospite entra personaggio ed esce persona, perché la musica emoziona e spoglia di tutte le maschere. La mia maschera è la bacchetta, che nasconde il dolore. Bisogna lasciarsi guidare dalla musica che è in grado di lenire tutti i dolori», ha affermato Bosso. In un’intervista al Corriere, il maestro ha spiegato nei giorni scorsi di adorare il Natale, come d’altronde Cajkovskij. Di aver preparato l’albero («Un vero pino, gli addobbi li ho scelti uno a uno, angeli antichi, candeline di cera, piccoli giocattoli…»), e di aver ordinato i ravioli «a un pastificio piemontese». «Il Natale è la mia festa, mi scalda il cuore, riunisce tutti quelli che amo», ha affermato Bosso.

È stato forse questo amore per la festività a convincerlo a partecipare alla trasmissione: «Sì, avevo paura», racconta, «Dopo due minuti che mi vedo sullo schermo già non mi reggo più… A convincermi è stata la mia orchestra, la loro voglia di andare avanti mi ha contagiato. E allora mi sono detto: spingiamoci oltre, rompiamo i canoni. Una musica diversa per un Natale diverso. Per chi crede e per chi, come me, è un diversamente credente. La spiritualità appartiene a tutti, per noi laici la nostra preghiera. Trabocca dalla Patetica come dall’Ave Verum, altro momento mozartiano che eseguiremo. Sono indignato che il priore di Santa Maria Novella abbia vietato di suonare il suo Requiem in chiesa. La sera di Natale ascoltateci a tutto volume, spalancate le finestre, disturbate i vicini e il parroco. Noi cambieremo il mondo a colpi di musica».

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