Marco, il giovane che vive senza cellulare: «Mai fatto un selfie, mai usato Telegram. Non rispondo neanche al telefono di casa» – Il video
Il giovane eremita del terzo millennio si chiama Marco, fa l’albergatore a Nervi, quartiere di 10mila abitanti di Genova, e non ha mai avuto un cellulare.
«Non l’ho mai voluto, non vorrei comprarlo né lo vorrei regalato. Sarebbe uno spreco, non lo userei» spiega a Open. Siamo andati a trovarlo in quell’angolo di paradiso in cui lavora, a pochi passi dal mare.
Telegram e Whatsapp
«Tutti mi chiedono “come fai?”. E io rispondo: come facevano in passato, quando il cellulare non esisteva e in fondo non è mai morto nessuno. Si stava bene quando si stava peggio», ironizza Marco, che non ha dimestichezza con le più note applicazioni di messaggistica. «Telegram mai usato, Whatsapp lo conosco mentre un selfie non l’ho mai fatto: mi mette davvero in imbarazzo. E provo una certa tristezza per quelle coppie che a cena stanno con il cellulare in mano, senza guardarsi negli occhi» spiega.
A casa la segreteria telefonica
Marco vive disconnesso ma non è del tutto irraggiungibile: «Se vuoi chiamarmi, puoi scrivermi su Facebook, puoi contattarmi via mail, puoi chiamarmi a lavoro oppure lasciarmi un messaggio sulla segreteria telefonica al numero di casa».
Sì, perché Marco al telefono di casa non risponde mai: «Non mi è mai piaciuto. Anche quando sono a casa e sento squillare il telefono non rispondo, aspetto il messaggio in segreteria. Certo, se squilla più volte, pensando che sia una cosa importante, alla fine alzo la cornetta».
Storie a distanza
Una scelta, sulla quale non ha mai dubitato, nemmeno ai tempi del liceo, nemmeno quando aveva la necessità di rapportarsi con la fidanzata: «Sembra paradossale ma ho sempre avuto storie a distanza. Per fortuna ho trovato ragazze che non mi hanno mai stressato né fatto pesare la mancanza di un cellulare». Ma non deve essere stato facile.
Viaggiare senza cellulare
E, a proposito, quando si trova fuori casa? «Non ho ansie. Se dovessi avere un incidente, qualcuno chiamerà i soccorsi, tanto ormai tutti hanno uno smartphone. Certo, se vado all’estero i miei genitori mi costringono a portarmi un cellulare. Ma giusto per dire: “sono atterrato”. Poi lo spengo».
E per orientarsi in città che non conosce? «Semplice: prima di partire, mi preparo bene, controllo il percorso e mi faccio dei bigliettini, scritti a mano, che mi porto dietro. Altro che Google Maps sul cellulare».
Il “walkman”
Un uomo d’altri tempi che, al posto dell’iPod, per ascoltare la musica, utilizza un “walkman”, termine ormai sconosciuto ai più, con tanto di cassettine che compra su Ebay visto che nei negozi di città sono letteralmente sparite.
A fargli cambiare idea, quindi, non saranno né i suoi genitori (anche il padre non utilizza il cellulare, ndr) né la sorella né la sua compagna. Solo un figlio, ci confessa, potrebbe metterlo a dura prova. Perché in quel caso l’ansia potrebbe divorarlo. Meglio tenerlo d’occhio con un buon (e vecchio) smartphone.
Foto e video di Open
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