Angel Vargas Fernandez, il più giovane Cavaliere scelto da Mattarella: «Sono grato a questo Paese. Ora vorrei la cittadinanza, ma che non sia un regalo»
A soli 20 anni non ha esitato a salire sul tetto di un furgone per poi allungare le braccia e prendere al volo un bimbo di 4 anni che stava precipitando da un balcone al secondo piano. Per questo Angel Vargas Fernandez – nato in Argentina, ma lodigiano di adozione – è stato scelto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella come Cavaliere della Repubblica.
Insieme a lui, riceveranno l’onorificenza altre 31 persone. Sono i cosiddetti eroi civili, coloro «che si sono distinti per atti di eroismo, per l’impegno nella solidarietà, nel soccorso, nella cooperazione internazionale, nella tutela dei minori, nella promozione della cultura e della legalità, per le attività in favore della coesione sociale, dell’integrazione, della ricerca e della tutela dell’ambiente», si legge sul sito del Quirinale.
Angel è il più giovane tra di loro. È diventato “eroe per caso” lo scorso settembre. «È stata un’esperienza che per certi versi mi ha sconvolto, ma allo stesso tempo non ha cambiato la mia vita che è molto semplice: lavoro di giorno e studio informatica la sera. Dopo quell’episodio, l’unica differenza è che qualcuno in paese mi riconosce, mi fa i complimenti. Mi fa piacere, ma ho fatto solo quello che mi sembrava giusto in quel momento. Non mi sento un eroe», racconta a Open.
Cos’è successo lo scorso settembre?
«Erano circa le nove del mattino, io stavo lavorando nella stazione di servizio a Casalmaiocco quando ho alzato lo sguardo e ho visto un bambino sulla parte esterna del balcone, al secondo piano, aggrappato alla balaustra, che urlava terrorizzato. Ho subito pensato: “devo fare qualcosa, devo salvarlo”. Sono salito sul tetto di un furgone parcheggiato nel tentativo di raggiungere il balcone, ma quando ero lassù, ho visto il bambino che si lanciava. Allora ho allargato le braccia e l’ho preso al volo, poi siamo caduti insieme».
Cosa hai provato quando hai capito che gli avevi salvato la vita?
«Quando sono caduto ho sbattuto il mento e mi usciva sangue, ma non mi sono accorto di nulla. Ho visto il bambino che aveva gli occhi aperti, che stava bene e per me è stata un’emozione indescrivibile. Ho pianto».
Invece cosa hai provato quando hai saputo di essere stato scelto come Cavaliere della Repubblica?
«L’ho scoperto per caso, sui giornali. Non ci potevo credere, poi è arrivato un telegramma a confermarlo. Per me è un onore grandissimo. Sono molto grato a questo Paese che mi ha dato tanto e ha dato tanto alla mia famiglia. Siamo qui da 12 anni e l’Italia ci ha dato un lavoro, a me la possibilità di studiare. Sono molto emozionato di ricevere questo riconoscimento».
Cosa dirai a Mattarella?
«Non è da tutti trovarsi davanti al presidente della Repubblica, penso che lo ringrazierò con il cuore».
In passato, alcune persone, come gli “eroi dello scuolabus” Adam e Rami, hanno ricevuto la cittadinanza italiana proprio per essersi distinte per atti eroici. Tu non la chiederai al presidente?
«No. Io maturo tra qualche mese i requisiti per richiedere la cittadinanza italiana e anche se mi piacerebbe molto riceverla, non credo sia giusto che mi venga concessa come conseguenza di questa onorificenza. Non ho fatto quello che ho fatto per ottenere dei vantaggi. Darei credito a chi mi accuserebbe di opportunismo. So che quello della cittadinanza è un iter lungo e complesso, ma è giusto che lo sia anche per me come per tutti».
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