“Il fiuto di Sherlock Holmes” di Miyazaki è un buon motivo per iniziare a usare RaiPlay come Netflix
In Italia l’animazione giapponese, di solito, è sempre arrivata tramite importazione. Studi di produzione come la Toei Animation, il Group TAC o il Bird Studio hanno creato alcuni dei più noti anime arrivati sulle nostre reti televisive. La produzione italiana si occupava solo di rifare il doppiaggio e creare una nuova sigla.
Il fiuto di Sherlock Holmes ha una storia molto diversa. È un anime nato nel 1981 da una coproduzione che ha visto lavorare insieme la Rai e la Tokyo Movie Shinsha. Tutto supervisionato da Hayao Miyazaki, uno dei fondatori dello Studio Ghibli e regista di film d’animazione come Il mio vicino Totoro, Porco Rosso, Il Castello Errante di Howl e La città incantata, vincitore nel 2003 di un premio Oscar.
Gli altri 20 invece sono stati affidati a Kyōsuke Mikuriya. Un esperimento abbastanza unico, che ora è interamente disponibile su Raiplay, la piattorma streaming della Rai. Scelta abbastanza singolare, visto che l’anime è stato trasmesso due volte in Italia, una volta nel 1984 e poi ancora nel programma per ragazzi Big!.
Se il dectective più famoso al mondo diventa un segugio
La serie è ispirata ai racconti e romanzi di Arthur Conan Doyle, scrittore britannico la cui penna alla fine dell’800 ha tratteggiato i contorni del viso di Sherlock Holmes e del dottor Watson. L’anime di Miyazaki però non è solo un adattamento. I protagonisti di romanzi come Uno studio in rosso o Il segno dei quattro sono stati trasformati in cani dalle sembianze antropomorfe.
Holmes è diventato un segugio, Watson un cane tarchiato e baffuto simile a uno scottish terrier e il professor Moriarty, antagonista per eccellenza, un cane molto simile a un lupo. Oltretutto nella versione italiana Moriarty può contare sul doppiaggio di Mauro Bosco, che gli concende un marcato accento torinese.
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