Aspettate a riempire il balcone di Cannabis. Come leggere la sentenza della Cassazione
«La sentenza della Cassazione banalizza il consumo di droga e alimenta una cultura dello sballo e dell’abuso». Massimo Gandolfini, leader del Family Day. Le reazioni alla sentenza della Cassazione sulla coltivazioni ad uso personale di piante di cannabis stanno già arrivando, anche se non è ancora chiaro, esattamente, cosa cambierà da oggi in avanti.
Il 19 dicembre le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno stabilito che coltivare piante ad uso personale non costituisce reato:
Non costituiscono reato le attività di coltivazione di minime dimensioni svolte in forma domestica. Attività di coltivazione che per le rudimentali tecniche utilizzate, lo scarso numero di piante ed il modesto quantitativo di prodotto ricavabile appaiono destinate in via esclusiva all’uso personale del coltivatore
Quindi? Da domani, o meglio dalla prossima primavera, si potrà riempire qualsiasi balcone con piante di canapa? No, o meglio, non proprio.
L’avvocato Claudio Miglio: «Si rischia comunque il processo»
Claudio Miglio è un avvocato dello studio Tutela Legale Stupefacenti, che gestisce insieme a Lorenzo Simonetti. Dal 2012 si occupano di casi legati alle sostanze. Il loro interesse è nato da un processo in cui il loro assistito era stato condannato dalla Corte d’Appello proprio per la coltivazione di alcune piante di cannabis.
Qual è la storia del processo che ha portato a questa sentenza?
«Questa sentenza è una massima ufficiale. Ha molto valore, perché è stata pronunciata dalle Sezioni Unite della Corte di Cassazione. Mancano ancora le motivazioni, solo più avanti sapremo qual è il caso concreto a cui si riferisce.
Dalla massima si capisce che è stata una coltivazione di poche piante in un’abitazione. Non sappiamo se le piante erano coltivate per consumo terapeutico o ludico, in ogni caso si trattava di consumo personale»
Che peso hanno le parole della Cassazione?
«Le sezioni hanno confermato un indirizzo giurisprudenziale che ammetteva la non rilevanza penale della coltivazione nel caso di uso personale. La cosa che è davvero importante è che si tratta di una sentenza a Sezione Unite, è questo a conferirle un peso così alto
Sarebbe bello che a questa sentenza seguisse un intervento del legislatore, almeno per regolare la coltivazione domestica»
Da domani possiamo avviare una piccola coltivazione sul balcone della redazione?
«Meglio di no. Quello che cambierà dopo questa sentenza è la linea difensiva. Nei processi che riguardavano la coltivazione domestica di piante di cannabis bisognava sempre sperare che il giudice aderisse a quella corrente di pensiero, peraltro minoritaria, che non considerava questo comportamento come reato»
Cosa può succedere se si viene trovati in possesso di piante di cannabis?
«Davanti a una coltivazione ad uso domestico si può comunque incappare nel processo penale. Certo, poi sta sempre nella sensibilità delle forze dell’ordine e dei giudici capire che nei casi in cui i quantitativi sono minimi, ad esempio una piantina non ancor arrivata a maturazione, non è nemmeno il caso di cominciare il processo»
Fermandoci alla sentenza della Cassazione, fino a quante piante si può parlare di coltivazione a uso personale?
«Anche per questo bisogna aspettare le motivazioni della sentenza. Nelle altre sentenze che parlavano di “modesta entità della coltivazione e conclamato uso personale” si parlava a volte di due, di cinque, a volte anche di dieci piante. Ma era tutto nella sensibilità del giudice. Dubito però che questa sentenza definisca una soglia netta»
La cannabis ha diverse varietà, quali sono quelle che non si possono coltivare?
«Tutte le quelità inserite nella tabella allegata al decreto del ministero della Salute che definisce quali sono le stostanze stupefacenti. Le più note sono la cannabis sativa e la cannabis indica, ma in generale si parla di tutte le varietà in grado di produrre Thc»
Dove si possono acquistare i semi?
«Di per sé l’acquisto dei semi non costituisce reato. Il problema non è di chi acquista il seme, ma semmai di chi vende il seme. Quando viene venduto con una propaganda alla coltivazione allora diventa istigazione a delinquere.
Purtroppo anche qui regna l’ipocrisia: i semi spesso vengono venduti come materiale da collezione»
Se queste coltivazioni sono fatte in casa, e in piccola quantità, come è possibile che vengano scoperte?
«La casistica è molto varia, e anche abbastanza divertente. Nella maggior parte dei casi si tratta di soffiate: dalla fidanzata arrabbiata che denuncia il fidanzato, ai condomini che sentono l’odore dei fiori di canapa nell’androne del palazzo, fino alle ripicche dopo liti con i vicini.
A volte poi può capitare che una persona venga fermata per un controllo e gli venga trovato un piccolo quantitativo di stupefacente addosso. A quel punto scatta la perquisizione a casa, che nel caso di armi e terrorismo e droga non ha bisogno di un mandato»
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