Più attenzione ai giovani, una legge sulla Cannabis e lotta all’evasione fiscale: l’agenda 2020 del governo (spiegata da Conte)
Come ogni anno, l’Ordine dei giornalisti e l’associazione Stampa parlamentare, hanno organizzato la tradizionale conferenza stampa di fine anno del presidente del Consiglio per tracciare un bilancio sull’operato dell’esecutivo e non solo. Tutti i media accreditati sono stati convocati alle 11. Per Giuseppe Conte è la seconda volta, la prima a villa Madama.
Il colloquio con la stampa arriva in un momento teso per la maggioranza. Tensione riaccesa dopo le dimissioni del ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti e la polemica sul suo successore. Un punto a cui il premier risponde subito, annunciando due nuovi ministri al posto del dimissionario Lorenzo Fioramonti: si tratta della sottosegretaria Lucia Azzolina, che sarà ministra della scuola e di Gaetano Manfredi, ministro dell’Università e della Ricerca.
«Non è vero che non ho invitato Fioramonti a ripensarci», dice Conte. Ma mi é apparso molto risoluto, lo rispetto e lo ringrazio. Certo, il tempo é stato troppo breve per trarre delle conclusioni cosi radicali come quelle che ha tratto lui. Ma lo rispetto. Ho maturato la soluzione dei due ministeri nei giorni delle feste. Senza un disegno preordinato ma perché penso possa essere la soluzione migliore».
«È la prima conferenza stampa di fine anno in cui viene dato l’annuncio di due nuovi ministri» dice il presidente dell’Ordine Carlo Verna. Fine vita, ius culturae, il caos nel M5s, sono alcuni degli altri temi toccati dal premier.
Gli ex alleati, Salvini e la Lega
«Non guardo con favore le campagne acquisti tra forze politiche», spiega Conte riferendosi ai movimenti in corso, in particolare ad acquisizioni in casa Lega ed emorragie in casa 5 Stelle. «Mi sembra che lo stesso Salvini in passato sia molto critico. Per quanto si possa legittimamente entrare in contrasto con la propria forza di appartenenza, è sempre una sconfitta abbandonare il campo e passare altrove».
La Lega – con cui ha governato – può rappresentare a suo avviso un problema per la stabilità democratica, chiede Luca De Carolis del Fatto Quotidiano? «Sono pienamente legittimati a far parte del gioco politico. Quello che mi ha meravigliato è il modo con cui Salvini interpreta la sua leadership», affonda Conte. «Non si è sottratto a slabbrature istituzionali e strappi. Questo si é insidioso. La Lega di per sé no».
Concessioni autostradali
Sulle concessioni autostradali ad Aspi «c’è un procedimento in corso», dice il premier. «Speravo di terminare l’istruttoria entro il mese ma siamo in dirittura finale. Abbiamo introdotto in manovra l’eliminazione di privilegi, inaccettabili nei confronti di qualsiasi privato».
«Per noi», aggiunge riferendosi alla tragedia del Ponte Morandi, «43 morti rivendicano giustizia. Le relazioni che attestano manutenzione insoddisfacente non ci lasciano indifferenti. Non dico che l’esito sarà questo o quello. Ma noi vogliamo tutelare il pubblico».
E su Alitalia «non vogliamo regalarla a nessuno. Stiamo cercando di ristrutturare per offrirla al miglior acquirente».
Taglio dei parlamentari e referendum
«Se verrà promosso il referendum contro il taglio dei parlamentari ben venga», dice cauto il premier. Quando i cittadini vengono chiamati a esprimersi è sempre un momento di confronto. Di certo questo governo lavorerà senza lasciarsi distrarre da referendum di sorta. Legge elettorale? Non è materia di iniziativa legislativa del governo. Ci deve essere un confronto parlamentare tra tutte le forze».
Decreti sicurezza: «I porti non sono mai stati chiusi»
«È uno dei 29 punti punti del nostro programma, quello dell’intervento sui decreti sicurezza, in particolare per recepire i rilievi del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Non siamo riusciti a farlo prima perché 100 giorni sono pochi. Ma ora possiamo lavorarci, sarà uno dei temi di gennaio», spiega Conte. «Sull’immigrazione lavoriamo senza clamore. Dal 2018 il numero degli sbarchi è dimezzato e abbiamo anche migliorato il numero dei ricollocamenti. Il problema non è porto aperto o chiuso», dice il presidente del Consiglio. «I nostri porti non sono mai stati chiusi. La differenza era più o meno giorni in mare per una nave. Ma chiusi non sono mai stati».
Sul suo futuro politico e sulla sua capacità di sintesi Conte si schernisce: «Non sono indispensabile. È tutto un lavoro di squadra, e io ho una squadra di ministri molto capace».
E arriva anche la domanda sugli . effetti del cambiamento climatico, a cominciare dagli effetti di un’acqua alta fuori dall’ordinario a Venezia. «Possiamo fare poco da soli come Italia. E anche come Europa, che non è più l’ombelico del mondo. Ma come Unione europea possiamo avere la leadership».
Il caso Gregoretti e il voto del 20 gennaio
«Sto completando le verifiche col massimo scrupolo. Verificheremo il ruolo avuto sulla Gregoretti. Ho fatto una verifica sui miei SMS e WhatsApp e ora la farò sulle mail», dice Conte. «C’è stato sicuramente un coinvolgimento della presidenza sulla ricollocazione, come sempre avvenuto. Non ho riscontri sul mio coinvolgimento sullo sbarco, ma non ho sciolto la riserva. Se troverò un frammento di coinvolgimento da parte mia, sarò il primo a dirlo».
Davvero ha bisogno di verificare cosa accaduto su una nave della Guardia Costiera con 131 persone a bordo rimasta in attesa di un porto di sbarco per sei giorni, chiede Daniela Preziosi del Manifesto. «Il presidente del Consiglio non può parlare a vanvera», insiste Conte. «Si è parlato di un mio coinvolgimento attivo. Non ho ancora sciolto la riserva».
«Conte ter? Per carità»
«Non dobbiamo cadere nella tentazione di realizzare domani quello che si può realizzare oggi», dice il premier rispondendo alla domanda sul futuro del governo e sull’ipotesi di tornare alle urne. «Dobbiamo realizzare le riforme ora che possiamo farlo. Una forza politica, andando alle elezioni ora, chiederebbe ai suoi elettori un voto per fare quello che potrebbe già fare adesso? Non è un’ipotesi sostenibile».
Le crisi aziendali
«Abbiamo varie crisi aziendali significative. E crisi bancarie. Nazionalizzazione? Ritengo che la soluzione preferibile sia quella di mercato. Ma un intervento pubblico mirato e specifico può rivelarsi strategico per gli interessi nazionali per competere in uno spazio globale. Per questo lo Stato può entrare in gioco in alcuni settori», secondo il premier. «Non vuol dire prediligere la nazionalizzazione. Io auspico un intervento minimale per l’ex Ilva. Uno stato che interviene con un partner industriale forte e globale. Uno Stato che interviene e che riesce a garantire un controllo interno e presidio interno». E sulla PopBari «mettiamo in sicurezza il risparmio dei cittadini e i finanziamenti delle imprese. Lo Stato c’è per rafforzare».
Libia
«Avevamo previsto che sarebbe diventata una guerra per procura», dice Giuseppe Conte. «Lo avevo detto in tutte le sedi. Pensare di stabilizzare la Libia in poche settimane con intervento militare era velleitario. Ieri ho sentito Erdogan e Putin, c’è un lavoro costante. Ma dobbiamo continuare per una soluzione politica. Appoggiamo convintamente l’iniziativa della conferenza di Berlino».
«Da questo punto di vista c’è una ripresa dell’iniziativa europea e italiana», assicura il premier. L’Ue vuole recitare un ruolo importante e dobbiamo essere uniti. Non possiamo consentire che attori molto distanti si sedimentino in una soluzione che peraltro al momento è solo militare. A Erdogan e Putin abbiamo detto che non possiamo accettare una escalation militare».
Telefonata Conte-Erdogan. Il presidente ritiene di dover dare appoggio al governo di Serraj. L’ho invitato a ponderare bene un intervento del genere. Darebbe luogo un’incredibile escalation militare. Non so valutare le prospettive né se un cessate il fuoco sia a portata di mano
Emergenza giovani
«Dobbiamo lavorare con metodo. A gennaio eravamo al 32 per cento di disoccupazione giovanile a otto re il 27. Qualche piccolo segnale c’è. Dobbiamo lavorare con il nuovo ministro per fare rientrare i nostri giovani dall’estero e per farli restare al sud».
E Sulle elezioni: «Le forze politiche della maggioranza non sono in campagna elettorale continua. Le amministrative non saranno un referendum sul governo».
Irpef, Iva e Flat tax
«La rimodulazione dell’Iva non è dall’ordine del giorno», spiega Conte. «Stiamo certamente verificando gli effetti dei nostri provvedimenti e vedremo alla luce dell’esito delle nostre verifiche». Sulla flat tax e la sua definitiva archiviazione «va rispettato il principio costituzionale di progressione», dice il premier.
La crisi dei grillini
«Una frammentazione delle forze politiche che fanno parte della maggioranza non ci fa bene», dice sui 5 stelle. «L’invito è ad alimentare il dibattito interno. Io invece non ho velleità di avere un partito o una corrente. Non é negli impegni che ho assunto nei confronti degli italiani». Conte si appella ai parlamentari contro i “cambi di casacca” (lo ripeterò anche a fine conferenza. «Rimanete nelle forze in cui siete. Se ci sono manifestazioni di dissenso alimentate il dibattito interno ma dare vita a nuovi gruppi non contribuisce, anzi rischia di destabilizzare».
Conte ha annunciato due nuovi ministri nel governo al posto del dimissionario Lorenzo Fioramonti. La sottosegretaria Lucia Azzolina diverrà ministra della scuola. Gaetano Manfredi sarà ministro dell’Università e della Ricerca.
«Bisogna confrontarsi. Leggiamo sui giornali che il dialogo diventa conflitto nella maggioranza. In realtà il dialogo è anche acceso, ma non è mai litigio fine a se stesso. Rivendico il metodo del confronto», dice Giuseppe Conte nel suo saluto iniziale ai giornalisti. 41 sono le testate che hanno partecipato al sorteggio per la sequenza delle domande.
«Tutte le forze politiche hanno contribuito alla manovra, tutti contribuiscono alla nostra azione politica. Non ho mai litigato su poltrone o altro», dice Conte. «I nostri tanti vertici di maggioranza che pure vedono l’ironia di alcuni racconti, servono in realtà per il confronto che ci consente di mettere a fuoco l’interesse generale. Sono sempre più innamorato di questo paese e sempre più orgoglioso di esserne il presidente del Consiglio».
«C’è un metodo, quello di fare sistema», assicura Conte. «Lo abbiamo sperimentato con Genova: doveva essere occasione di riscatto per la comunità ligure e l’Italia tutta. In 20 mesi riusciremo a realizzare un ponte che é un gioiello di modernità. Stiamo realizzando il modello Italia anche per l’ex Ilva e a breve torneremo con delle proposte. Lavoriamo meglio quando lavoriamo come squadra.Voglio che le forze parlamentari siano sempre più coinvolte nel dialogo col governo. Anche l’opposizione potrà fornire indicazioni utili. Chiedo poi uno sforzo a tutti i cittadini: dobbiamo essere all’altezza di essere italiani».
L’annuncio sul post Fioramonti arriva subito: «Ringrazio Fioramonti per quello che ha fatto. Abbiamo la necessità di rilanciare ricerca e università. Per la prima volta introdurremo nel 2020 l’agenzia nazionale per la ricerca, eravamo gli unici a non averla. Qualcosa si muove ma dobbiamo fare più sforzi. Mi impegno personalmente a rilanciare un piano per i ricercatori e per il diritto allo studio», dice il premier. «Mi sono convinto quindi – e ne ho parlato anche alle forze di maggioranza – che la cosa migliore sia separare il comparto Scuola da quello dell’Università e ricerca: la sottosegretaria Azzolina diventerà ministra della Scuola. E Gaetano Manfredi ministro Università e Ricerca».
«Dobbiamo migliorare il metodo sulle infrastrutture. Quello che abbiamo visto fino a qui non ci piace affatto. Dobbiamo rilanciare un piano strutturale anche per il Sud. Vogliamo colmare il divario con il Nord. Non siamo così velleitari da dire che con il nostro governo porremo fine al problema del Mezzogiorno. Ma se riusciamo a rilanciare il sud, il vantaggio sarà per tutto il paese. D’ora in poi il 34 per cento della spesa pubblica sarà destinato a priori al sud».
«Anche per il progetto sull’autonomia, su cui il confronto è aperto, partiamo da un fondo di perequazione che dovrà colmare il divario tra le zone più e meno avvantaggiate. Non vogliamo promettere cose irrealizzabili. Vogliamo rivolgerci come una squadra a tutti i cittadini. La politica deve essere credibile. Senza proclami, senza gesti eclatanti».
«Abbiamo 29 punti ambizioni elaborati nella formazione del governo. Gennaio sarà l’occasione per fermarsi e riflettere con le altre forze politiche e per rilanciare l’azione di governo. Dobbiamo scegliere una lista di priorità, una tabella cronologica che é politica. Vogliamo snellire la macchina burocratica. Ai cittadini dico: nessuno puó illudersi che sia una riforma facile. Sarà una riforma che scontenterá molti».
«Dovremo continuare per velocizzare i processi. Abbiamo già varato una legge delega per l’abbreviazione della giustizia civile e stiamo lavorando su quella penale. Il mio obiettivo nella giustizia tributaria poi è ambizioso: ridurla di un grado di giudizio. Due sono sufficienti», assicura il premier.
«Dobbiamo poi rilanciare e riorganizzare il sistema fiscale semplificando e riducendo le aliquote e abbassando la pressione fiscale. Tutti i governi hanno sempre preannunciato lo stesso obiettivo. Realisticamente vi dico che se non vogliamo mandare il paese in bancarotta ed esporlo ha una procedura di infrazione che ci farebbe molto male, dobbiamo lavorare con serietà. E lottare contro l’evasione fiscale. È un furto che svantaggia i cittadini onesti. Per questo dobbiamo pagare tutti. E recuperare il sommerso».
Il governo e la maratona che verrà
«All’inizio siamo stati costretti a correre i 100 metri: avevamo il compito di reperire i 23 miliardi per disinnescare l’Iva. Abbiamo raggiunto gli obiettivi e siamo andati oltre: abbiamo già iniziato a realizzare le riforme per cui ci siamo impegnati di fronte ai cittadini nelle sedi previste».
«Ora abbiamo davanti a noi una maratona di tre anni. Non andremo lenti ma potremo programmare meglio le nostre iniziative di governo e improntare il piano riformatore che i cittadini chiedono».
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