Salvini, TikToker vero o “Ok boomer”? Resta il dubbio sulla violazione della policy del social – Il video
Fa un certo effetto vedere il leader del primo partito di un Paese del G7 destreggiarsi in un balletto sulle note di Dance Monkey. O magari cantare in playback canzoni di ogni genere, andare alla ricerca disperata dei Nutella Biscuits e farsi zoomare la faccia mentre fa karaoke.
Non è questo l’articolo in cui si fa una disamina dell’opportunità politica di prestare la propria immagine ai tormentoni di un social popolato da ragazzini. Tantomeno non è questo il luogo per fare una valutazione della caratura istituzionale del segretario della Lega.
L’analisi dei video di Matteo Salvini su TikTok, il social che più rappresenta la generazione Z, è strettamente tecnica. In un mese e mezzo circa – il suo account è attivo dal 12 novembre 2019 -, c’è stata un’evoluzione nel modo di rapportarsi al social e anche il sentiment dei commenti degli utenti è cambiato. Ma procediamo con ordine.
Violazione della policy?
Prima di approfondire gli aspetti legati alla produzione video di Salvini, c’è una domanda da porsi e da porre a TikTok. L’account di un ex ministro dell’Interno, ancora attivo politicamente e che è impegnato in campagna elettorale, non viola l’art. 5 delle linee guida elaborate dallo stesso social per gli Stati Uniti e l’Unione europea?
La linea è sottile perché, in questo caso, si tratta di linee guida che riguardano solo i contenuti pubblicitari sulla piattaforma. Ma se questi principi sono validi per la pubblicazione dei contenuti vincolati a un pagamento, perché il ragionamento non si declina anche per la promozione di un politico benché essa avvenga in forma gratuita?
In un’intervista al New York Times, il co-fondatore del social network cinese, Alex Zhu, ha dato una risposta che in qualche modo chiarisce la posizione di TikTok. Ha detto che i contenuti politici sulla piattaforma sono consentiti finché rispettano il mood dell’app, ovvero «devono rappresentare un’esperienza creativa e gioiosa».
Temi cari alla Lega
I primi tre tentativi di Salvini su TikTok sono stati incentrati su tre tematiche simbolo della propaganda della Lega. L’esordio, con musica epica di sottofondo, è un video che mostra il segretario stringere le mani a uomini in divisa. «Onore alle nostre forze dell’ordine» si legge in sovrimpressione.
Il secondo TikTok è un video rubato un talk show in cui il leghista parla di immigrazione. Il terzo riprende il claim salviniano del “bello dell’Italia”: è questo il primo video in cui il team social di Salvini incomincia a sfruttare gli effetti mentre il leader leghista abbraccia un ulivo umbro.
I tormentoni di TikTok
“La Bestia” di Salvini si accorge che le aspettative di viralità sono state disattese. Così, dal quarto video in avanti, il segretario della Lega inizia a ricalcare la tipologia di video resa virale da qualcun altro. Il primo tentativo di questo filone inedito per la comunicazione salviniana è il cambiamento di vestiti sulle note di Absolutely Anything.
Cibo, balletti e lip sync iniziano a dominare l’account di Salvini. La ricerca degli introvabili Nutella Biscuits, cavalcata anche su altre piattaforme, viene convertita in salsa TikTok. Un altro leit motiv della sua propaganda, “È colpa di Salvini”, viene ridefinito e adattato a questo ecosistema con sticker, grafiche e tagli netti nel montaggio dei video.
Musica e grafiche
Il repertorio musicale che Salvini sceglie di cantare non ha paura di interessare artisti distanti politicamente da lui. Anzi: Vasco Rossi e Fabrizio De André sono i due cantati più reinterpretati. A prescindere dall’esito, il team social pubblica anche i risultati peggiori. Stonature e fuori tempo sono la costante.
L’aspetto grafico dell’account è disomogeneo. È assente la cura stilistica che Morisi e i suoi dedicano a Facebook, per esempio. L’abuso di effetti dal sapore retrò, la sovrapposizione di sticker e l’incoerenza dei font sono solo il preludio a una qualità delle immagini pessima. C’è da chiedersi se tutto ciò rientra in una strategia per sembrare più vicino agli utenti comuni o se non sono ancora state destinate abbastanza risorse per la gestione dell’account.
Polarizzazione
L’accoglienza riservata sul social a Matteo Salvini è stata molto dura. Dall’ormai abusato «Ok boomer» a vari inviti a lasciare il social network. È partito anche l’hashtag #fuorilapoliticadatiktok e moltissimi utenti hanno chiesto a Salvini di abbandonare il social. È stato attaccato tanto sui temi, «questo è un social inclusivo», «qui sei tu l’immigrato», quanto sul tentativo di fare propaganda tra i ragazzi.
Dopo qualche settimana, forse perché proprio trainati dalla presenza di Salvini, sono aumentati gli account di persone, spesso più grandi della media, che hanno iniziato a commentare aprioristicamente «grande capitano». Il risultato, oggi, è una schiera di commenti positivi che si contrappone a una forte repulsione per la presenza di Salvini sul social network. Senza dialogo, senza compromesso.
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