Tirocini, il flop sui ragazzi nelle industrie: formato solo il 10%, la maggioranza messa a “fare fotocopie”
Sono passati quasi 6 anni dalla stipulazione dell’Accordo Stato-Regioni del 24 gennaio 2013, riguardante il tema dei tirocini extracurriculari, quelli cioè che non vengono svolti all’interno di un percorso di studi. L’Agenzia nazionale politiche attive del lavoro (Anpal), ha stilato il primo rapporto di monitoraggio nazionale relativo al quadriennio subito successivo del 2014-2017.
Complessivamente, nel quadriennio considerato sono stati attivati oltre 1milione e 263mila tirocini extracurriculari, che hanno coinvolto 1milione e 57mila individui (con una media di 1,19 tirocini per individuo) e quasi 402mila aziende.
Il rapporto ha messo in luce due punti cruciali: l’efficacia dal punto di vista dell’inserimento al lavoro dei giovani e la capacità formativa del percorso.
Quante assunzioni?
Come riportato dall’Anpal, su 1.146.258 tirocini extracurriculari avviati, appena il 51% è sfociato in un primo rapporto di lavoro con l’azienda. A questa percentuale va aggiunta l’ulteriore cifra di 11,4%, che fa invece riferimento alla stipulazione di un nuovo contratto da tirocinante.
Tra i rapporti di lavoro avviati, il 51,7% riguarda rapporti di lavoro a tempo indeterminato o in apprendistato, perlopiù stipulati con lo stesso datore di lavoro presso il quale si era svolto il tirocinio. Le forme contrattuali temporanee, infine, interessano il 48,3% dei tirocinanti, con una maggiore numerosità dei rapporti di lavoro con contratto a tempo determinato (32,5%).
Per quanto riguarda la fascia di età, quella che nel quadriennio ha raccolto il maggior numero di tirocinanti in tutti i settori è quella fra i 20 e i 24 anni, con l’esclusione del settore Trasporto, magazzinaggio e altri servizi di mercato, dove prevalgono i 25-29enni.
I tirocini più diffusi
Su l’oltre un milione di tirocini avviati nel quadriennio, il settore che ha accolto il maggior numero di tirocinanti è quello del Trasporto, del magazzinaggio e di altri servizi di mercato (23,3%), seguito da quello del Commercio (22%) e dal comparto Altri servizi (19,6%).
Il dato è però ambiguo: si tratta infatti degli stessi settori che, nello stesso quadriennio, sono in cima alle statistiche delle aziende che hanno avviato solo tirocini e senza aver mai assunto.
Dalle statistiche sulle tipologie di tirocinio emerge anche quale sia quello più diffuso (e più efficace) in Italia. In cima alla classifica dei tirocini extracurriculari c’è infatti quello delle professioni che non necessitano un’alta formazione o qualifica. Impiego ricoperto soprattutto da tirocinanti inoccupati o disoccupati.
Oltre la metà di questi, infatti, possiede un titolo di scuola secondaria superiore, mentre il 19% raggiunge un livello di istruzione terziaria. Il 9% ha invece la licenza elementare, e il 21% la licenza media.
«Il fatto che un terzo dei tirocinanti disoccupati/inoccupati abbia un livello di istruzione così basso – nota l’Anpal nel rapporto – lascia qualche perplessità sulla congruità dei contenuti formativi dei relativi percorsi di
tirocinio».
I tirocinanti che rientrano invece nella categoria di “neolaureati”, hanno svolto principalmente funzioni di medio/alto livello: il 32% di loro ha svolto funzioni impiegatizie, il 30% tecniche e il 26% intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione.
Quali formazioni?
Il grafico Anpal riassume bene, per ogni settore, quali sono le professioni prevalenti per le quali le aziende formano i tirocinanti all’interno dei diversi settori. Ad esempio, nel campo dell’agricoltura – che ha il numero più basso di tirocini avviati – ben oltre un terzo degli stagisti (37,7%) viene inserito all’interno di professioni non qualificate: manutenzione del verde, l’allevamento, silvicoltura, pesca.
Nel settore dell’Alloggio e ristorazione e del Commercio, invece, sono inseriti per la stragrande maggioranza (72,6%) tirocinanti qualificati dei settori.
Ma a colpire di più è il bilancio della formazione all’interno dei tirocini extracurriculari nell’Industria in senso stretto: poco più di 1 tirocinante su 10 viene formato per le professioni tecniche in campo scientifico, ingegneristico e della produzione.
Le professioni più frequenti, trasversali a tutti i settori di attività, nelle quali si sono cimentati i tirocinanti nel quadriennio, sono invece quelle degli impiegati addetti alle funzioni di segreteria e alle macchine da ufficio.
Il basso impatto di Garanzia giovani
Una nota va infine aggiunta sul programma di Garanzia Giovani, che ha sì contribuito all’attivazione di tirocini, ma che – stando ai dati del 2016 diffusi da un rapporto della Corte dei Conti – ha raggiunto l’obiettivo di inserimento al lavoro soltanto nel caso di 3 tirocinanti su 10.
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Foto copertina: Bench Accounting su Unsplash