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Botti di fine anno di Renzi: «Il Reddito di cittadinanza non funziona. M5s? Le bugie esplodono quando sei al governo»

31 Dicembre 2019 - 10:05 Redazione
Al Sud «servono investimenti e non assistenzialismo». E sulla giustizia promette battaglia, con parole che potrebbero essere usate da un leader di opposizione e non da uno degli azionisti della maggioranza

La bomba di fine anno arriva da Matteo Renzi, ex presidente del Consiglio, ex Pd e ora leader di Italia Viva. Il reddito di cittadinanza «va cancellato»: l’attacco, diretto, alla misura simbolo del precedente esecutivo, cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle, viene lanciato dall’ex premier oggi dalle colonne de la Stampa.

Al Sud «servono investimenti e non assistenzialismo». E sulla giustizia promette battaglia, con parole che potrebbero essere usate da un leader di opposizione e non da uno degli azionisti della maggioranza – nonché a suo modo deus ex machina della nascita del Conte due: «Al Senato», assicura Renzi, «ci sono i numeri per cambiare la riforma» sulla prescrizione voluta dal ministro di Giustizia – del Conte I e II – Alfonso Bonafede.

Il reddito

La via renziana alla verifica di governo di gennaio è una vera e propria sfida alla tenuta della maggioranza e soprattutto ai grillini. Per Renzi, intervistato oggi su La Stampa, il reddito di cittadinanza «è un sussidio che non funziona».

«Lo dice la Guardia di Finanza ma ormai lo stanno capendo tutti. I 5 Stelle non devono irrigidirsi», spiega l’ex sindaco di Firenze, «ma avere il tempo di metabolizzare». Con una certezza: «il meccanismo va cambiato». E un pensiero per il Meridione: «ha bisogno di cantieri, non di assistenzialismo».

Il premier Giuseppe Conte, nel corso della tradizionale conferenza stampa di fine anno, ha fatto capire di essere pronto a ritoccar alcune misure simbolo del primo esecutivo da lui presieduto: a cominciare, parzialmente, dai decreti Sicurezza (voluti dal suo vicepremier Matteo Salvini) passando anche per Quota 100 e persino per il reddito di cittadinanza.

In che misura? «Deve chiederlo a lui», risponde Renzi oggi. «Mi pare un sussulto di consapevolezza tardivo ma realistico. Adesso di stratta di capire se il Conte 2 sia davvero cambiato rispetto al Conte 1». La sfida su Quota 100 e Reddito viene rilanciata anche dallo stesso Partito Democratico. «Vanno rivisti» dicono i dem.

La tenuta del governo

Per Matteo Renzi «c’è il 50% di possibilità di arrivare fino in fondo» alla legislatura. Certo, il paese ha bisogno di stabilità. «Ma stabilità non vuol dire tirare a campare», dice Renzi. Per lui, assicura, vuol dire azione: «i populisti volevano far sparire la povertà, hanno fatto sparire la crescita. E invece è urgente un decreto crescita perché l’Italia è ferma».

E la cartina di tornasole «per capire se si fa sul serio» sarà per Matteo Renzi il Piano Shock per le infrastrutture. «Non porteremo slide, ma un vero e proprio disegno di legge».

La prescrizione

La giustizia è l’altro tema di scontro su cui Matteo Renzi non intende cedere «L’abolizione della prescrizione è un obbrobrio», dice l’ex premier senza mezze misure. No al processo senza fine: «O Bonafede lo capisce, oppure molto presto saremo costretti a votare con Forza Italia».

In Senato, assicura, ci sarebbero i numeri per tornare «alla normativa a suo tempo voluta dal ministro Andrea Orlando». Una prospettiva che, chiosa Renzi, potrebbe vedere il Pd, impegnato in ultimatum a Conte e appelli alla sintesi, «favorevole».

L’affondo al M5s

Sulla crisi del Movimento 5 Stelle il leader di Italia Viva si esprime a metà. «Non sono un esperto di grillismo e non so se stiano davvero litigando o no», chiosa. Ma il «»sogno di rappresentare l’alternativa populista al sistema tradizionale sembra fallito». E il Movimento, per il suo alleato di governo, «funziona meglio in campagna elettorale: poi le bugie elettorali esplodono alla prova di governo».

Sul futuro invece dell’attuale presidente del Consiglio – che ieri si è detto pronto a restare in politica anche al termine di questa legislatura, e che per Nicola Zingaretti e il Pd comincia a essere «il riferimento del mondo progressista» – «noi abbiamo idee diverse», dice Renzi: «Per noi è il premier di emergenza, in una situazione di emergenza». Niente altro.

In copertina il senatore Matteo Renzi, in Aula del Senato durante le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia sul maxiemendamento del ddl di bilancio 2020, Roma, 16 dicembre 2019. ANSA/Alessandro Di Meo

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