Freme il fronte di quelli che vogliono boicottare il discorso di Mattarella (e già lo insultano): ecco perché falliscono ogni anno
«Mi raccomando la sera del 31 tutti ad ascoltare il discorso del capo dello Stato…». E poi i fischi, le grida, i gesti e quel «Mi si rompe il televisore. É stata questa la reazione sollevata dalla provocazione lanciata da Matteo Salvini alla Festa della Lega di Albino, provincia di Bergamo. Una reazione che non si ferma a quel comizio.
Su Twitter basta scorre i commenti più recenti che hanno utilizzato l’hashtag #Mattarella per vedere come si stia creando un dibattito tra sostenitori e detrattori del Presidente della Repubblica. Tra chi giura che l’ultima sera dell’anno la passerà davanti al televisore per ascoltare il discorso di Sergio Mattarella e chi invece cercherà di starci il più lontano possibile. Commenti che a volte superano anche i confini, legittimi, della critica, per sfociare nell’insulto più feroce. È il caso del tweet di @25Lungimirante, nome poco azzeccato per un account che ha pubblicato la foto di Mattarella con un nastro adesivo sulla bocca e la scritta «Il 31 stai zitto». Tutto corredato dal commento «MALEDETTO BASTARDO». Ora il tweet risulta rimosso e per accedere all’account è necessaria l’approvazione del proprietario.
Fra critiche (ironiche) e insulti
Le critiche verso Mattarella spaziano in diversi campi. C’è chi ripubblica la foto «Io non ascolterò il discorso di Mattarella perchè…», chi invece ironizza sui contenuti lanciando la sua previsione della scaletta «L’Italietta senza Leuropa è una barca alla deriva».
L’Auditel non è a suffragio universale
Fra gli argomenti più virali c’è anche quello dell’Auditel. Tra conti alla rovescia e richieste di spegnere tutti i televisori appena comincerà il discorso di Mattarella, molti utenti mostrano di non aver capito come funziona il sistema di rilevazione che definisce cosa preferiscono gli italiani in tv.
Auditel è una società nata a Milano nel 1984. Le sue quote sono divise parti uguali tra la Rai, una rappresentanza di emittenti privati (la maggioranza qui è di Mediaset) e una rappresentanza di aziende che investono in pubblicità. Dal 1986 si occupa di rilevare lo share delle trasmissioni televisive, cioè la percentuale di spettatori registrati da un determinato programma. La registrazione non è basata su una sorta di suffragio universale ma su un campione composto da circa 16mila famiglie.
Ognuna di queste famiglie, la cui lista deve rimanere segreta (a differenza di quello che è successo nel 2015), è dotata di un dispositivo chiamato meter che permette di sapere chi è connesso al televisore e quale trasmissione sta guardando. Il campione, esattamente come nei sondaggi, viene poi riportato sulla popolazione reale. Se non siete una nell’elenco delle famiglie Auditel quindi sarà del tutto ininfluente che voi spegniate, o accendiate, tutti i televisori del vostro palazzo quando parlerà Mattarella.
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