Google, i dipendenti del catering aziendale hanno creato un sindacato in California
Anche Google deve fare i conti con i sindacati. Dopo una serie di scontri tra dipendenti e management su diverse questioni, tra cui le lamentele per casi di molestie sessuali sul lavoro, i dipendenti del catering aziendale in California hanno deciso di formare un sindacato.
Si tratta di una forza lavoro di circa 2.300 lavoratori tra lavapiatti, cuochi e camerieri che preparano ogni giorno colazione, pranzo e cena per i dipendenti del gigante della Silicon Valley.
Soltanto che a differenza degli altri dipendenti Google, guadagnano molto di meno – godono di uno stipendio di circa $35.000 annui che, bisogna dire, va valutato al netto del costo della vita (molto alto) nella Silicon Valley – e sopratutto non hanno accesso a tutta una serie di benefit di cui invece dispongono gli impiegati a tempo pieno.
I precedenti
L’attività sindacale non riguarda soltanto il catering aziendale. Circa la metà dei dipendenti Google sono lavoratori a contratto e alcuni di loro hanno già tentato di darsi una rappresentanza sindacale per portare avanti le propri istanze, non soltanto a Google ma anche in altre compagnie della Silicon Valley.
È il caso del catering aziendale di Facebook per esempio, il cui sindacato è riuscito a negoziare nel 2017 un aumento dello stipendio di circa $4.75 all’ora, più i benefit, o degli autisti delle navette di Facebook come Apple che negli ultimi anni si sono uniti al Teamsters Union, il sindacato più grande del Nord America.
Ma l’attivismo dei sindacati ha “contagiato” recentemente anche i colletti bianchi tra i dipendenti Google. A ottobre in Svizzera alcuni dipendenti dell’azienda hanno organizzato un incontro sindacale, nonostante i tentativi del management di impedirglielo.
Quattro di loro sono stati successivamente licenziati dall’azienda. Sono casi in aumento: a inizio dicembre un’altra dipendente Google ha accusato la compagnia di averla licenziata a causa del suo attivismo sindacale.
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