Raiola all’attacco: «Ibra come l’ultima dei Queen, allo United non porterei neanche Pelé e Maradona»
Partecipa alle trattative in t-shirt e pantaloncini corti; ne esce con le tasche piene e ricchi contratti per i suoi assistiti. Mino Raiola ha piazzato altri due colpi in pochi giorni. Prima Ibra al Milan, poi Haaland al Borussia Dortmund con commissioni – racconta radiomercato – intorno ai 15 milioni di euro. Sprezzante e dalla lingua tagliente, come gran parte dei suoi assistiti, l’agente non ha dubbi sul nuovo impatto di Ibra sulla Serie A: «Questi sei mesi devono essere come l’ultima tournée dei Queen, un lungo tributo. E bisognava farlo a San Siro – dice il procuratore in una intervista a Repubblica -. Non potevo lasciare che fosse Los Angeles il suo ultimo palcoscenico». Una carezza e una tirata d’orecchie anche per la Juve: «De Ligt è andato lì perché voleva la laurea in difesa, e la Juve ne è il Mit. Kean? Sono triste per il fatto che sia stato venduto (all’Everton, ndr), ma se l’avessi lasciato a Torino me l’avrebbero fatto giocare in serie C».
Ma Kean, all’Everton, fa comunque la riserva: «E’ uno cresciuto precocemente – risponde Raiola-, ha saltato degli step, ma nonostante tante richieste l’Everton non vuole venderlo. E’ un po’ come Balotelli». Lupus in fabula, Raiola taccia il suo assistito, ora al Brescia, di mancata arroganza: «Il suo problema è che gli manca l’arroganza, per questo è contento della sua carriera ed è l’unico ad esserlo». Per l’agente, che ribadisce come le sue commissioni siano proporzionali agli stipendi dei calciatori, una battuta anche su un altro cliente, Paul Pogba. Con dardo infuocato allo United: «Paul ha bisogno di un club simile alla prima Juve. Al Manchester non c’è un progetto. Oggi non gli porterei neanche Maradona, Pelé e Maldini».
Foto di copertina Ansa