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Autostrade, dura la ministra De Micheli (Pd): «Troppe evidenze di mancata manutenzione»

02 Gennaio 2020 - 23:50 Redazione
La scelta su una revoca o una revisione delle concessioni autostradali ad Aspi sarà una decisione «collegiale di tutto il governo e il dossier, prima di essere reso pubblico verrà fatto vedere al presidente del Consiglio e ai ministri»

Anno nuovo, vecchie battaglie. Come andranno a finire, è tutto ancora da vedere. Il 2020 si apre come si era chiuso il 2019: con il dossier sulla gestione delle autostrade da parte delle società che fanno capo alla famiglia Benetton. La lotta alle concessioni da parte di Luigi Di Maio e di quel che resta del suo Movimento 5 Stelle, e il procedere cauto dell’attuale alleato di governo: il Pd.

Cauto, fino a un certo punto. Perché sono arrivate le parole, da più parti attese, di un’importante esponente del Pd: Paola De Micheli, ministra delle Infrastrutture e Trasporti e titolare di quello scottante dossier, insieme al premier Giuseppe Conte.

Dossier che, ricostruisce l’Ansa, è stato chiuso e probabilmente già si trova sul tavolo del premier Giuseppe Conte. Successivamente, e comunque «in tempi brevi», spiega la ministra De Micheli sarà esaminato in un prossimo consiglio dei ministri che prenderà la decisione finale.

E per un Luigi Di Maio che ribadisce che «il prossimo passaggio cruciale sarà togliere le concessioni ai Benetton», dopo la pesante relazione della Corte dei Conti e il crollo in una galleria sulla A26 Genova-Gravellona Toce, la ministra Pd punta il dito sulle «mancate manutenzioni».

«Mancate manutenzioni»

Lo stile è diverso. E il Pd non invoca né revoche né revisioni. Ma le parole della ministra sembrano cominciare a segnare un cambio di passo: «È evidente a tutti che qualcosa in questi anni è successo, o meglio, che qualcosa non è successo. Cioè abbiamo troppe evidenze, concrete, di situazioni di mancata manutenzione, di ritardi o di manutenzioni fatte secondo criteri che non sono oggettivi». Calcinacci che crollano, ponti che cadono, viadotti sotto sequestro preventivo: è questo il materiale cui si fa riferimento.

In ogni caso, fanno sapere alcune fonti, la scelta su una revoca o una revisione delle concessioni autostradali ad Aspi sarà una decisione «collegiale di tutto il governo e il dossier, prima di essere reso pubblico verrà fatto vedere al presidente del Consiglio e ai ministri».

In attesa di una decisione del governo, scrive ancora l’Ansa, si studia come gestire gli oltre 3mila chilometri di autostrade finora in mano ad Atlantia. «Il governo dovrà valutare l’impatto finanziario e soprattutto l’impatto occupazionale di qualunque decisione – ha detto ancora De Micheli garantendo che il governo si farà carico «della soluzione di entrambi i problemi. Ci sono due categorie di persone che non devono e non possono pagare le conseguenze di quanto accaduto negli ultimi decenni – ha proseguito -: la prima, i lavoratori e le lavoratrici; la seconda, gli utenti, i cittadini, le persone che viaggiano sulle autostrade».

E in caso di ritiro delle concessioni?

Nel caso di ritiro delle concessioni, l’ipotesi più probabile, scrive infine l’Ansa, è il passaggio della rete di oltre 3mila chilometri e dei dipendenti di Autostrade ad Anas, la società controllata da Fs a sua volta controllata dal Ministero dell’Economia. Fonti vicine alla società smentiscono poi categoricamente la notizie di eventuali richieste di scudi penali in caso di successione ad Atlantia. Peraltro Anas, diverse volte è rientrata nelle gestione di migliaia di chilometri di strade regionali e provinciali (di recente Lazio e Toscana) e non ha mai fatto questo tipo di richieste.

In copertina la ministra dei Trasporti Paola De Micheli a Bruxelles, Belgio, 2 dicembre 2019. EPA/Stephanie Lecocq

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